Il debutto dell’Allegri 2.0 verrà ricordato per le pennellate illuminanti di Dybala, ma soprattutto per il disastro sportivo firmato da Szczesny. Due punti persi che contano poco, ma che avrebbero dato una spinta maggiore per le prossime gare.
Szczesny 3: è in grado di rovinare da solo un lavoro convincente costruito grazie alla leadership di un ritrovato Dybala. Un intervento fantozziano e un tentativo di dribbling fuori luogo regalano il pareggio all’Udinese, sotto di due reti nel primo tempo. Se già c’era qualche dubbio sulla sua permanenza, viste le voci di mercato, l’aria intorno a lui deve essersi fatta davvero pesante intorno a lui.
Danilo 6: al netto di qualche piccola disattenzione difensiva, figlia anche di un filtro non proprio eccellente offerto dal centrocampo, sarà sicuramente uno degli elementi di maggior rilievo di questa Juventus. La sua versatilità, già ampiamente apprezzata durante la scorsa stagione, e le sue abilità nelle verticalizzazioni e in fase di spinta, infatti, rappresenteranno delle armi decisive al servizio di Massimiliano Allegri.
De Ligt 6: ordinato, come sempre. Inizia così come aveva finito lo scorso anno.
Bonucci 6: vale lo stesso discorso fatto per de Ligt. Quest’anno, però, in virtù dell’Europeo giocato da grande protagonista, ci si aspetta meno disattenzioni in fase difensiva da parte sua.
Alex Sandro 6.5: sprazzi del primissimo Alex Sandro, sia per la qualità della corsa e dei cross che per la determinazione esibita durante la fase difensiva. È stato uno degli elementi di spicco delle prime Juventus di Allegri, può essere fondamentale anche ora: è tutto nelle sue mani.
Cuadrado 6.5: le premesse sono quelle di un’altra annata da protagonista: prende parte all’azione del primo gol e firma il secondo con il più classico dei dribbling alla Cuadrado (dal 74′ Chiesa 6: non è ancora al top, ma la palla per il 3-2 di Ronaldo, poi annullato, certifica ancora una volta quanto questo ragazzo sia tatticamente e tecnicamente imprescindibile per questa squadra).
Bentancur 6: primo tempo positivo, nel secondo si lascia andare a qualche leggerezza di troppo. Nel mezzo, il palo su un tiro perfetto dal limite dell’area. Prestazione complessivamente sufficiente, ma vanno evidenziati ancora quei piccoli problemi che negli ultimi anni gli hanno impedito di diventare un riferimento a centrocampo (dal 90′ Locatelli sv: non ha il tempo di incidere, ma la sensazione è che possa contribuire ad alzare di molto la qualità di questo centrocampo).
Ramsey 5.5: non è un faro, ma non fa danni. Chi occupa il suo ruolo, però, un riferimento dovrebbe esserlo, e invece la sua presenza è totalmente anonima. Ramsey è – ad oggi – il grande enigma della Juventus (dal 59′ Chiellini 6: entra per dare solidità alla fase difensiva, e ci riesce. Peccato che Szczesny avesse altri piani).
Bernardeschi 6: la posizione disegnata per lui da Allegri e le convinzioni ritrovate durante l’Europeo possono davvero rappresentare la formula perfetta in grado di dare una svolta alla carriera di questo ragazzo. Più sicuro, pimpante e deciso. Se riuscisse ad affinare la capacità di inserirsi senza palla potrebbe essere determinante (dal 59′ Kulusevski 5,5: non inizia come aveva finito. Entra ma non incide come Allegri avrebbe voluto. Questo deve essere l’anno della continuità).
Dybala 7: el diez, responsabilizzato con la fascia da capitano, non tradisce le aspettative. Dopo un anno da reietto, torna a fare quello che gli riesce meglio: disegnare calcio. Relegarlo in una posizione specifica può essere limitante, e il suo allenatore lo sa bene: per questo motivo lo si trova in qualsiasi zona di campo a raccogliere il pallone e smistare, con una leggiadria propria degli eletti. Sul finale mostra cenni di stanchezza, ma nonostante ciò va ad un passo da uno straordinario vantaggio. È il suo anno. Deve esserlo.
Morata 6: impreciso ma prezioso. Se in condizione può fare ancora meglio dello scorso anno (dal 59′ Ronaldo 6: è lui il protagonista della giornata, più di Szczesny e Dybala. Decide di sedersi in panchina in attesa di una sistemazione migliore (?), ma entra nel secondo tempo per andare a chiudere la partita. In realtà non incide, ma firma un 3-2 – poi annullato – che fa capire ancora una volta quanto il 7 sia importante per la Juventus sotto il profilo realizzativo).
All. Allegri 6: un peccato che il suo esordio debba essere ricordato in maniera negativa a causa degli errori di un singolo. Sì, perché la sua Juve aveva mostrato di aver già interiorizzato i fondamentali del suo calcio, fatto di pressione, verticalizzazioni e una fase difensiva attenta. Un calcio concreto, che però ha trovato l’ostacolo di giornata non nell’avversario ma nel suo portiere, assoluto antagonista di giornata.
L’AVVERSARIO
Udinese (3-5-1-1): Silvestri 6,5; Becao 5, Nuytinck 5, Samir 5 (dal 93′ Zeegelar sv); Molina 6, Arslan 6 (dall’80 ‘ Jajalo sv), Walace 6, Makengo 6 (dal 57′ Deulofeu 7), Udogie 5.5 (dal 57′ Stryger Larsen 6); Pereyra 6.5 , Pussetto 6 (dall’80’ Okaka sv). All. Gotti 6.5.