Nel suo editoriale odierno per Libero, l’ex dirigente della Juventus Luciano Moggi ha voluto ricordare Giampiero Boniperti, lo storico presidente bianconero scomparso ieri, svelandone le peculiarità e raccontando aneddoti sulla sua vita.
LA FURBIZIA – “Boniperti era dotato di piedi intelligenti che gli permettevano di essere allo stesso tempo regista e goleador della squadra: oltre a tanta classe, sapeva mettere in campo la furbizia innata del contadino che si esplicava anche fuori dal campo e che Giampiero non ha mai rinnegato.
Avendo strappato all’Avvocato un contratto con un bonus per ogni gol segnato che gli consentiva di ottenere in premio una mucca, sceglieva sempre quelle gravide. La qualcosa attirò l’attenzione dei fattori della famiglia, che manifestarono la cosa all’Avvocato. Rispose che la furbizia, quando è innata, si manifesta sul campo e anche nella vita privata“.
LA CELEBRE FRASE – “Giampiero Boniperti ha inciso nella mente degli juventini una frase pronunciata nel 2010, poi anche cucita sui colletti delle maglie della Juve nella stagione 2012-13: «Vincere non è importante, ma è l’unica cosa che conta». Frase la cui paternità venne erroneamente attribuita a Boniperti. Giampiero effettivamente l’aveva fatta sua. In realtà però Henry Russel l’aveva coniata nel 1953, allenatore di football americano e poi ripresa dal suo collega Vincent Lombardi e infine da Giampiero Boniperti“.
IL RAPPORTO – “Non era facile vivere vicino a Boniperti e devo ammettere di aver avuto con lui anche qualche alterco. Per esempio quando, presidente della Juve, aveva fatto assumere Italo Allodi come Direttore Generale.
Era l’anno in cui i bianconeri acquistarono Claudio Gentile; era il terzo anno della permanenza di Allodi, il quale, al suo arrivo a Torino, dismise tanti dirigenti mantenendo il sottoscritto come suo collaboratore diretto. Devo a lui la mia carriera e tanto rispetto. Ritenendo evidentemente di non aver più bisogno di Italo, Boniperti non rinnovò il contratto ad Allodi; nel momento in cui dovevamo andare a prendere Gentile mi suggerì di non dire nulla ad Allodi della trattativa“.
DEL PIERO AL PARMA – “Ci fu anche un diverso modo di vedere le cose calcistiche tra me e lui, e avvenne quando, entrato alla Juve nel 1994, trovai Del Piero, che si trovava a New York con la nazionale italiana per i Mondiali, ceduto al Parma. Mi affrettai a partire per l’America per tentare il recupero del giocatore. Ci stavano già Tanzi e Pastorello, presidente e Ds dei gialloblù. Dopo lunghissime trattative, riuscii a riportare a Torino in cambio di Dino Baggio.
Naturalmente, durante una lunga permanenza come la mia in seno alla Juventus, può capitare qualche litigio e anche qualche modo di vedere le cose in maniera diversa. Erano però cose che rientravano con la stessa celerità con la quale partivano. La mia stima per Giampiero non è mai venuta meno e in questo momento di dolore mi unisco alla famiglia“.