Avrebbe potuto rappresentare la prima parte del percorso che avrebbe portato la Juventus al secondo posto: è venuta fuori l’ennesima serata scialba e deludente. La strada si fa tortuosa: mercoledì la Juventus si gioca la stagione.
Szczesny 5: il risultato porta la sua firma indelebile, nel bene e nel male. Compie quattro interventi in totale: i primi due imbarazzanti, per mancanza di concentrazione e pochezza tecnica; gli ultimi due magistrali, sul solito Sanabria, prima, e su Baselli, dopo. Il voto è la media aritmetica di una partita a due facce.
Cuadrado 5: la squadra ha bisogno dei suoi cross, delle sue accelerazioni e della sua inventiva. Oggi, però, si lascia trascinare nel buco nero creato da una squadra che difetta di agonismo, tenuta atletica e forza mentale. L’insufficienza non gliela toglie nessuno, ma è uno di quelli sui quali la Juve dovrà pensare di poter fare affidamento in futuro. Uno dei pochissimi.
De Ligt 6: l’agonismo che manca al resto della squadra è raccolto dignitosamente da questo ragazzo qui e dall’altro che indossa la numero 22. Si lascia sorprendere solo una volta da Sanabria sul finale di partita, ma più per un sistema difensivo difettoso che per demeriti personali. Per il resto, oggi fa tutto: difensore, centrocampista, ala, baluardo e fantasista. Qualità imprescindibili per quello che dovrà indiscutibilmente raccogliere la fascia di capitano prossimamente.
Chiellini 5.5: l’età non è più solo un dato da osservare nostalgicamente: sta diventando un limite, e ne sono consapevoli tutti ormai. Tranne lo stesso Chiellini. Se non altro, ci sono ancora quegli sprazzi dei bei tempi che furono in cui è in grado di esercitare quella tecnica difensiva che lo ha elevato tra i migliori nel suo ruolo. Il modo in cui riesce a chiudere sull’indemoniato Sanabria quasi alla fine del primo tempo è piuttosto emblematico.
Alex Sandro 5: la spocchia con cui tenta il tunnel su un avversario dopo aver sbagliato la qualsiasi certifica un’inadeguatezza che va al di là del mero discorso di campo. Se la cessione di Spinazzola trova una sua ragion d’essere nei ragionamenti di bilancio societario, continua ad essere inspiegabile la scelta di privarsi di un terzino come Pellegrini che avrebbe fatto più che bene al posto del brasiliano (dall’87’ Rabiot sv).
Kulusevski 4: il peggiore, senza alcun dubbio. Partita che va oltre l’anonimato: incapace di far sentire il proprio peso in campo, dribbling puntualmente sbagliati e, a coronare la prestazione, l’insensato retropassaggio verso Szczesny. Le sue attenuanti stanno perdendo di credibilità: dopo il primo mese di campionato, ha vissuto una fase discendente che non ha mai accennato ad interrompersi. Investimento fallito? (dal 71′ Bernardeschi 5.5: prova a dare una scossa, ma non può fare miracoli. Nonostante il numero che porta dietro la schiena).
Danilo 6: la sua affidabilità lo porta ad essere preferito anche ai centrocampisti di ruolo. Se poi l’alternativa è Ramsey, tutto assume una chiarezza ulteriore (dal 71′ Ramsey 5: difficile capire come un giocatore appena entrato possa non riuscire ad inseguire in velocità un altro (Verdi) che ha già disputato 70′ di gara. La delusione che trasmette si fa sempre più grande ogni volta che tocca palla).
Bentancur 5.5: mezzo voto in più per il tiro magistralmente parato dall’ottimo Sirigu, sicuramente più in palla del suo omologo bianconero. Per il resto, la differenza tra lui e Arthur (al netto dello svarione del brasiliano di qualche settimana fa) in cabina di regia è evidente. Più che fluidificare rallenta, e questo è un limite evidentissimo.
Chiesa 7: l’MVP dell’anno è lui, anche solo per la capacità che ha di distinguersi sempre dalla massa.
Morata 5.5: l’assist a Chiesa e poi poco altro. Se non altro un passo in avanti rispetto alla partita contro il Benevento. Il lancio fuori misura sul finale fa abbassare una valutazione che ormai raramente si avvicina alla sufficienza. Questa Juve ha bisogno del vero Morata, quello visto prima del calvario dovuto al virus.
Ronaldo 6: anche oggi completamente avulso dal gioco. Segna un gol di rapina, in virtù del fatto che uno come lui la porta la sente a prescindere, ma così non va.
All. Pirlo 5.5: la corsa Champions si complica. La partita è ancora aperta soprattutto grazie alla complicità degli altri, ma, al netto delle sfortune (e delle feste proibite), qualcosa sembra non andare nelle dinamiche di squadra. Difficile che un allenatore esordiente, per quanto potenzialmente preparato, possa riuscire a gestire una situazione così complessa, ma va approfondito il motivo per cui gli errori individuali si stiano presentando con così tanta frequenza.