La calciatrice della Juventus Women Barbara Bonansea ha parlato in diretta con “mm coach” su Facebook. Tanti i temi toccati dall’attaccante bianconero:
INIZI – “Ho una memoria terribile (ride) però la prima cosa che mi viene in mente sono le frasi sempre uguali dei genitori da fuori legate al fatto che fossi femmina e giocavo con i maschi.
Quello per me è stato fondamentale per arrivare dove sono arrivata perché mi sono talmente arrabbiata che sono arrivata qui, mi ha dato la forza di dire “se sono qua é perché posso giocare” “.
CALCIO MASCHILE – “Il calcio maschile non lo vivo, però prenderei la loro tecnica, rimango stupita guardandoli. Guardando maschile e femminile la tecnica ti salta all’occhio.
Se guardo il nostro calcio passerei a loro la nostra sete di sapere, di conoscere, io lo vedo con i miei occhi perché io a quasi trent’anni ho ancora voglia di conoscere, di capire, di imparare, è una cosa che ci riportano anche spesso gli allenatori. Un allenatore una volta aveva detto che quando spiegava un esercizio a noi noi lo ascoltavamo e facevamo domande per farlo alla perfezione mentre i maschi sentono una parola, lo fanno e lo sbagliano”.
FUTURA ALLENATRICE – “Sto facendo il corso da allenatrice e sto facendo il tirocinio, sto seguendo una squadra. Pensando a me e al mio carattere mi vedrei bene come secondo allenatore, sono taciturna ma osservo con attenzione e secondo me un secondo deve saper osservare. Mi vedrei a dare una mano al primo allenatore perché il secondo vede cose che il primo non vede, io sono fredda con le emozioni e sono precisa quindi anche solo nella preparazione degli esercizi potrei essere brava.
Facendo il corso da allenatore ho notato che il collegamento con i giocatori è molto importante e spesso il primo allenatore non riesce ad averlo con tutte, ovviamente il primo allenatore e il secondo devono completarsi quindi mi vedrei con un primo preciso”.
CALCIO FEMMINILE – “Siamo persone libere di fare ciò che vogliamo, da piccola giocavo perché mi divertivo, non ho mai notato il problema. Io sento spesso genitori che si lamentano del fatto che alla figlia vengano le gambe grosse giocando a calcio, ma secondo me basta vedere i propri figli felici”.
GOL – “Secondo me il gol è una qualità che hai dentro: c’è chi nasce difensore, chi centrocampista e chi attaccante. Si può allenare tanto con la testa. Arrivare a segnare è il culmine di un’azione corale, se parliamo di freddezza parliamo di gol da vicino, io penso sempre di fare un passaggio in porta.
Questo é il mio segreto, se tu arrivi davanti ad un portiere che può coprire un certo spazio devi prnsare che l’altro spazio sarà libero”.
QUALITA’ – “Quando riconosci di avere un punto di forza poi é più facile allenarlo, io so riconoscere gli spazi e i tempi con cui andare in profondità. Secondo me la conoscenza, chi guarda le partite con me vede che io dico sempre “ma perché non vai” quindi guardare partite o vecchie partite mie mi fa riconoscere tanti spazi che magari sono attaccabili. Io perdo molti palloni ma perché quando ho la palla ho sempre la testa dritta verso la porta, ogni palla è andare a fare gol. Questa caratteristica si collega alla profondità perché riconoscere il tempo con cui un centrocampista stoppa la palla e inserirsi in modo da ricevere il pallone non è caratteristica di tanti. Per me è una cosa naturale, tanto l’allenamento quanto rivedersi giocare”.
This post was last modified on 30 Marzo 2021 - 15:51