La numero 10 della Juventus Women Cristiana Girelli si è raccontata in un’intervista a Il Sole 24 Ore. Queste le parole della numero 10 bianconera:
“Ho voluto ricordare i miei 210 gol perché fanno parte di me, della mia carriera e degli anni che mi hanno portata a raggiungere certi risultati. Spero di aumentare questa cifra e di giocare ancora per tanti anni.”
“Dai Mondiali ho portato a casa tante cose belle, fortunatamente anche quelle brutte sono state di insegnamento. Là non mi rendevo conto di cosa stesse succedendo. Se mi guardo indietro mi sembra sia stato ieri, sono ricordi molto nitidi. Penso all’entusiasmo, alla realizzazione di un sogno che avevo fin da piccola quindi giocare e segnare al Mondiale. Quando siamo tornate in Italia abbiamo avuto una grande accoglienza, le persone ci fermavano per strada. Il calcio smuove le persone ma non è detto che anche il calcio femminile lo faccia e invece noi siamo riuscite. Il nostro cammino in Francia, i risultati e il gioco espresso probabilmente ha cambiato il punto di vista verso il calcio femminile in Italia anche per le giocatrici straniere. Adesso molte squadre iscritte alla serie A sono iscritte al calcio maschile e credo che questo sia fondamentale per la crescita del movimento. Le straniere sono invogliate a venire in Italia perché vedono che dietro c’è una struttura e quindi una grande possibilità di crescita. Io sono molto contenta per il risultato del Mondiale, il vero risultato penso sia stato aver aperto gli occhi agli italiani.”
“Il gol più bello in carriera penso sia stato quello di sabato contro l’Empoli, prima avevo qualche dubbio ma quello è stato davvero bello. Sono sempre stata juventina, sono nata con i poster di Del Piero in camera e ho sempre sognato di vestire quella maglia. Quando ho iniziato a giocare tutti mi dicevano che magari sarei diventata come Carolina Morace, ma io non l’ho mai vista giocare purtroppo.”
“Siamo veramente contente del passo fatto verso il professionismo, dopo quel Mondiale siamo veramente vicine a raggiungerlo. Non è tanto lo stipendio, non è quello l’obiettivo, ma semplicemente che ci vengano riconosciuti dei diritti che sono fondamentali. Abbiamo dovuto concludere il campionato prima l’anno scorso, giustamente. Alcune squadre non potevano permettersi di fare i tamponi quotidianamente, molte giocatrici hanno anche un altro lavoro. Quindi il professionismo ci aiuterà ad avere diritti che sono la cosa più importante.”
“Giocare a porte chiuse è come andare al cinema e vedere un film muto. Ne parliamo spesso nello spogliatoio, soprattutto quando ti appresti a giocare una partita importante. Mi viene in mente Milan-Juventus a San Siro in cui ci sarebbero potute essere tante persone. Anche a Vinovo i tifosi mancano e sono l’anima di questo sport. Noi ci auguriamo di vederli presto perché ci mancano davvero tanto.”
“A me dispiace quando si parla di differenze tra calcio maschile e calcio femminile. Il calcio è calcio. Chi viene a vedere le nostre partite non deve fare paragoni, è chiaro che una donna fisicamente sia inferiore all’uomo. Il problema è che i paragoni vengono sempre fatti sul calcio. Io sono sognatrice e molto esigente con me stessa, cerco di non perdere tempo e fare del tempo una cosa preziosa. Io ogni giorno vado al campo per allenarmi, migliorarmi e cercare di essere la versione migliore di me stessa. Il calcio è la mia vita e spero di farlo bene e per tanti anni.”
“Ultimamente penso di aver cambiato il mio modo di giocare rispetto al Brescia. Ho più caratteristiche da falso 9. Mi potrei paragonare a Lewandowski, apprezzo molto questa posizione. Mi piace anche fare assist. Come caratteristiche potrei anche somigliare a Ibrahimovic, mi piacerebbe giocare fino a quarant’anni come lui “
“Sono molto felice che ci siano così tante bambine che giocano a calcio. A loro consiglio sempre di continuare a giocare a calcio divertendosi, è la passione che muove tutto. Consiglio di cercare di fare tutto al meglio, di sognare ad occhi aperti e di divertirsi. Continuare a lavorare tanto e le cose belle arriveranno. Questa situazione ci ha cambiato, è difficile accettarlo. Mi immagino le bambine che in questi mesi non hanno giocato e non potevano nemmeno andare all’oratorio come facevo io. Penso sia frustrante e bruttissimo però quando hai un sogno non esistono alibi. Devi farti guidare dalla fiamma che hai dentro. Io sono molto orgogliosa di poter essere una delle ragazze che viene presa come esempio. Per me è una grossa responsabilità ma è un piacere enorme. Consiglio di crescere non pensando di essere qualcuna ma pensando di essere loro stesse. Devono sempre fare ciò che le rende felice, bimbe tenete duro e sognate ad occhi aperti perché oggi si può fare.”
“Sono uscite poco fa le convocazioni per la partita contro Israele. Sarà fondamentale come lo sono state tutte. Bisogna vincere, cercare di fare il più gol possibili ma non bisogna avere l’ansia di doverne fare tanti. Sono già carichissima e non vedo l’ora di andare in ritiro. Speriamo di rendere felici gli italiani anche davanti alla tv.”
“Ogni volta che entro a Vinovo mi sento fortunatissima. Arrivi e hai tutto per giocare al meglio. Alla Juventus ci sentiamo professioniste perché non ci manca assolutamente nulla. Se dieci anni fa mi avessero detto che sarei arrivata qui sarebbe stato un sogno. Alla Juve puoi curare tutto e dare il meglio.”
“Non siamo state molto fortunate con il sorteggio in questi anni (ride ndr). Io credo che nelle due partite con il Lione abbiamo dimostrato il percorso di crescita di questa squadra in Italia e in Champions. Contro le francesi era normale fare fatica, hanno iniziato dieci anni fa. Secondo me però non è mai scontato vincere nemmeno in Italia. Il campionato è competitivo, la coppa Italia anche. Chi gioca contro di noi gioca sempre contro la Juventus e quindi vuole dare qualcosa in più. Ad oggi io spero che l’anno prossimo potremo giocare la Champions. Vedremo chi ci capiterà al sorteggio. La Champions regala emozioni belle, è sempre una competizione internazionale. Ci saranno i gironi quindi avremo più partite da giocare, è un percorso di crescita ma bisogna saper accettare le sconfitte e imparare, così com’è stato contro il Lione.”
“Io senza calcio non so stare. Cerco sempre di essere al meglio. A fine carriera mi piacerebbe fare l’allenatrice. Penso di poter dare qualcosa, non so se sarò brava. Secondo me è più difficile fare l’allenatrice che la calciatrice. Le donne secondo me sono più complesse da allenare rispetto agli uomini.”
“Ho avuto richieste dall’estero, però credo che ad oggi se vai all’estero ne deve veramente valere la pena. Io sto bene qui, la Juve è il sogno che ho coronato e spero di rimanerci a lungo. C’è un grande progetto e vorrei farne parte ancora per tanti anni, non mi vedo altrove onestamente.”
“Molti pensano che quando calci un rigore sia già gol. In realtà quando vai sul dischetto tu hai tutto da perdere e il portiere ha tutto da vincere. Non è facile, specialmente quando li devi tirare sul finale, decisivi. Il pallone in quelle occasioni pesa un po’ di più.”
Miriana Cardinale
This post was last modified on 11 Febbraio 2021 - 08:13