La Juventus è la prima squadra italiana a fare tre gol al Camp Nou e la prima a vincere in casa del Barcellona dopo sette anni: l’ultima fu il Bayern Monaco, che poi sarebbe diventato campione d’Europa. I ragazzi di Pirlo, questa sera per aggressività e cinismo meno Dr. Jekyll e più Mr Hyde, offrono una prestazione eccellente e si qualificano come primi agli ottavi.
Buffon 7: a 42 anni dimostra di non avere intenzione di fare la semplice comparsa, e se è vero che la carta d’identità impedisce oggettivamente di dimostrare la reattività di qualche tempo fa, è anche vero che essere il miglior portiere di tutti i tempi è qualità che trascende ogni ragionamento temporale.
Danilo 6: paradossalmente, uno dei migliori della prima Juve di Pirlo risulta uno dei peggiori in questa straordinaria prestazione di gruppo. Per poco rischia di combinare un pasticcio al limite dell’area che può avere risultati nefasti. In ogni caso merita la sufficienza senza troppi patemi.
De Ligt 6.5: compie un miracolo su Braithwaite, che però è in fuorigioco. Non è ancora l’impenetrabile De Ligt dell’anno scorso, ma stasera la sua presenza fa la differenza là dietro.
Bonucci 7: dopo aver permesso alla Juve di portare a casa il derby, per poco non mette la firma sullo storico tabellino di questa sera. Favorito senz’altro dalla scarsità di idee degli avversari, in serate del genere prestazioni di un tale leaderismo fanno la differenza. E lui leader lo è stato indubbiamente.
Alex Sandro 6: ogni tanto si intestardisce con qualche tiro di troppo e con qualche disimpegno velenoso. Leggero passo indietro rispetto alla crescita delle ultime prestazioni, ma sta tornando.
Cuadrado 7.5: la sua stagione finora è sublime. Uomo imprescindibile di questa squadra, ha trovato una sinergia (non solo estetica) con McKennie che sta facendo evidentemente la differenza. Piano piano Pirlo sta trovando il suo assetto definitivo, e lo deve soprattutto a questi due (dall’85’ Bernardeschi sv).
McKennie 7.5: ubiquo: questo ragazzo è letteralmente ovunque in mezzo al campo. Fa la mezz’ala, l’esterno e l’attaccante: tutto senza mai perdere la lucidità nelle giocate. Arrivato in sordina, si sta ritagliando un posto tra i titolari di questa squadra grazie alla capacità di essere la perfetta sintesi di umiltà e dedizione, qualità mai scontate. E che gol.
Arthur 6.5: il suo spasmodico amore per il pallone lo porta a governarlo con estrema delicatezza, ma spesso lo porta anche a qualche errore di troppo. In ogni caso, il confronto diretto con Pjanic lo vince lui, per la solidità che garantisce dietro e la qualità di quelle giocate che danno tante certezze all’inizio della manovra (dal 71′ Bentancur 6.5: entra per garantire ulteriore filtro rispetto ad Arthur, e lo fa benissimo).
Ramsey 6.5: dai suoi piedi nasce l’azione del gol (splendido) di McKennie. La sua prestazione è uno schiaffo ai fantasmi delle ultime uscite (dal 71′ Rabiot 7: preziosissimo negli ultimi venti minuti quando si tratta di togliere le castagne dal fuoco quando la palla arriva a qualche elemento blaugrana al quale non dovrebbe mai arrivare. Impatto determinante nel blindare il risultato).
Morata 7: anche quando non segna mette in evidenza tutte quelle qualità che lo hanno elevato a punto di riferimento di questa squadra. L’intelligenza nel leggere le giocate avversarie anche in fase difensiva, la capacità di far salire la squadra per alimentare la manovra e l’agilità delle sue giocate lo rendono un attaccante potenzialmente devastante. E poi sono 6 gol in 6 partite di Champions. Mica male (dall’85’ Dybala sv).
Ronaldo 7.5: qualcuno dirà che in una partita del genere ci si sarebbe aspettati da Ronaldo qualcosa in più di una doppietta su rigore. Ma quanto pesano quei palloni, e quanto è bello poter vedere un confronto sportivo così puro alimentarsi ancora a distanza di oltre dieci anni. Stasera la sfida con l’altro alieno la vince lui, e la foto di questa splendida prestazione sta tutta nel nella palla scippata alla Pulce all’81’ in area di rigore. GOAT (dal 91′ Chiesa sv).
All. Pirlo 8: la gara di stasera verosimilmente certifica un crocevia decisamente non trascurabile della stagione della Juve. Partita perfetta, ed è giusto che i meriti vadano a lui. Il prossimo passo sarà fare in modo che Dybala non venga relegato a semplice figurante, ma è oggettivamente difficile rimodulare gli equilibri raggiunti in fase offensiva.
L’AVVERSARIO
Barcellona (4-2-3-1): Ter Stegen 6.5; Dest 5, Araujo 4 (dall’82’ Mingueza), Lenglet 4 (dal 55′ Umtiti 4.5), Jordi Alba 5 (dal 55′ Junior Firpo 5); Pjanic 5.5, De Jong 6; Trincao 5 (dal 46′ Braithwaite 5), Messi 6, Pedri 5 (dal 65′ Puig 5); Griezmann 4. All. Koeman 4