Il caos tamponi Lazio diviene di ora in ora più misterioso. La Asl è intervenuta nei casi di Immobile, Leiva e Strakosha, bloccandoli alla vigilia della sfida con la Juventus. Il club capitolino è preoccupato per il fascicolo aperto dalla Procura di Avellino, direttamente collegato all’inchiesta della Procura federale, si legge su La Gazzetta dello Sport.
Nel mirino c’è la struttura campana, al momento l’unico iscritto nel registro degli indagati è Massimiliano Taccone, il presidente del Cda del laboratorio. Le ipotesi di reato sono molteplici: falso, epidemia colposa e frode in pubbliche forniture. Nel caso in cui dovessero emergere irregolarità gravi, le conseguenze per la Lazio sarebbero molto pesanti, sia a livello penale che a livello sportivo.
Il laboratorio è stato scelto da Lotito dopo l’emergenza Covid. Il motivo dichiarato è il seguente: “Quando ho chiesto per la Salernitana mi hanno detto che c’era il centro di Taccone, uno dei pochi convenzionati con la Regione Campania. E abbiamo scelto lui anche per la Lazio”. Il Taccone di cui parla Lotito non è Massimiliano ma Walter, l’ex presidente dell’Avellino.
Questa amicizia spiegherebbe il motivo per cui abbia preferito Avellino a una città come Roma. Il laboratorio Campano non può occuparsi di notificare i contagi alla Asl dato che, essendo una struttura campana, ha modo di segnalare soltanto i positivi dei residenti in Campania. Il compito di avvertire le autorità locali spettava quindi al direttore sanitario, Ivo Pulcini. Alla Procura di Avellino e a quella federale il compito adesso di capire esattamente come siano andate le cose e se ci sia stato o meno dolo. La Serie A attende.
This post was last modified on 9 Novembre 2020 - 12:32