Uno Scudetto che vale la carriera: la prima volta di Sarri è un esempio da seguire

Caro Maurizio,

come ti senti dopo aver vissuto una delle serate più belle della tua vita? Quegli occhi lucidi in conferenza stampa dopo il trionfo decisivo per la vittoria del nono Scudetto consecutivo della Juventus vogliono dire tanto, un vero e proprio simbolo della tua umanità in un mondo sempre più pieno di sole apparenze e falsità per risultare simpatici. “Bisogna entrare in punta di piedi” hai detto ieri, come a dimostrare di aver capito di esser entrato in un ambiente sicuramente più grande di te e per questo bisogna conquistarsi il rispetto giorno dopo giorno senza stravolgere troppo gli equilibri creati in e/o col passato.

Questo Scudetto lo hai meritato caro Maurizio, soprattutto per la straordinaria carriera che hai fatto. Una scalata che ti permetteva di esplorare il mondo dei professionisti solo 16 anni fa con la promozione in Serie C1 con la Sangiovannese e 9 anni fa venivi esonerato dal Sorrento. Un percorso lunghissimo, quasi infinito cominciato nella stagione 1990/91 con lo Stia nel dilettantismo fino ad arrivare ad oggi, 30 anni più tardi, che siedi sulla panchina della Juventus e sei diventato l’allenatore più anziano a vincere la Serie A. Per questo motivo, questo trionfo assume un significato molto importante: “ho sognato per 50 anni minimo vincere lo Scudetto” hai detto ieri ed hai centrato appieno il grande segreto della vita. Sognare. Tutti hanno in mente progetti, idee, lavori ma esaudire i propri sogni non è mai semplice. Ora, caro Maurizio, sei diventato un messaggio di speranza per tutti coloro inseguono degli obiettivi con mille difficoltà, affrontando tante rinunce che però poi vengono vanificate nel momento in cui quel sogno lo raggiungi per davvero.

Da ieri, caro Maurizio, sei entrato nella storia della Juventus. Ora siedi accanto a gente come Trapattoni, Lippi, Capello, Conte, Allegri e non puoi che esserne orgoglioso. E questo va oltre ogni tipo di discorso sul gioco espresso, sulle lacune della squadra, sui rapporti con i giocatori e con i dirigenti, se rimarrai a Torino o meno e così dicendo. Che questo sia l’inizio di un lungo periodo di tue vittorie e, perchè no, magari in bianconero.

Ad maiora semper Maurizio. Complimenti!

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