Zlatan Ibrahimovic ha raccontato alcuni aneddoti sulla sua avventura alla Juventus ai microfoni di Sport Week:
“Quando sono arrivato alla Juventus, nel 2004, ho trovato una mentalità totalmente differente da quella di Malmoe o di Amsterdam, dove avevo giocato con l’Ajax. Ti rispettavano, però alla Juve eri uno dei tanti, non eri quello del “wow, ci pensi te”. Mi ricordo ancora un duello tra Del Piero e Thuram. Del Piero era una stella: ecco, lui controlla la palla e arriva da dietro Thuram… bam, lo butta giù. Ho pensato che se toccava così Del Piero, a me avrebbe ammazzato, io non ero nessuno. Tutti gli allenamenti erano così, duri, duri, duri. Più bello ancora fu il primo incontro con Fabio Capello: stava leggendo la Gazzetta, in Svezia la Gazzetta è il calcio. Al primo giorno di allenamento entro negli spogliatoi e dico “buongiorno mister”. Mi avevano detto che si doveva fare così. Lui continua a leggere e cambia pagina, poi prende il caffè. Passano 15-20 minuti e non sento risposta. Poi lui chiude la Gazzetta e va fuori. Penso: se mi tratta così significa che devo dimostrare di essere qua. Ecco, lui mi ha fatto sentire che non ero nessuno. Poi mi ha detto: “Non chiedi il rispetto, te lo prendi”. E io me lo sono preso. Poi un aneddoto sul primo incontro con Luciano Moggi: Una settimana dopo ci siamo allenati alla Sisport, vicino al vecchio Comunale. C’erano due campi, ma le docce erano otturate. Quando entri in casa Juve è tutto super, lì invece facciamo la doccia io, Trezeguet e altri due e si allaga tutto. Penso che faceva schifo! Fuori c’era Moggi e gli dico: “Non è normale, siamo la Juve”. Mi risponde: “Ricordati che non sei qua per stare bene, sei qua per vincere”. Questo l’ho portato con me: tutto è vincere.”
Simone Nasso
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