Nostalgia. Quando si parla dell’attuale incompletezza del centrocampo della Juventus a chiunque viene in mente quel quartetto e quanto fosse estremamente ben assortito. Un regista, il regista per eccellenza, Andrea Pirlo; un mastino con licenza di timbrare il cartellino come Arturo Vidal; l’eleganza e gli inserimenti del principino Marchisio e infine, ma non per ultimo, un autentico fenomeno scovato dallo United, classe pura mista a strapotere fisico: Paul Labile Pogba. Di quel centrocampo, come tutti sappiamo, non c’è più traccia ed è difficilmente pareggiabile a livello di asset e peculiarità.
Si è preso Pjanic dalla Roma e la nostalgia – ancora quella – di avere un regista con i piedi buoni ha fatto sì che Allegri spostasse il bosniaco – che in effetti regista non lo è mai stato – davanti alla difesa. Di mezze ali in questi anni ne sono arrivate tante, ma mai attraverso spese ingenti. La politica prevalente è stata quella dei parametri zero, nel vano tentativo di emulare il colpo Pogba. Con questa formula, dal 2016 sono arrivati Khedira, Emre Can, Ramsey e Rabiot: giocatori di spessore e di livello internazionale, certo, ma che non hanno permesso al reparto di effettuare il reale salto di qualità di cui aveva bisogno.
La vera scommessa vinta dalla Juve, però, è stata l’acquisto di un giovane rampante dal Boca Juniors, arrivato in sordina nell’operazione Tevez. Un classe ’97 che quest’anno ha preso in mano il centrocampo della Juventus: Rodrigo Bentancur, il futuro dei bianconeri. Ha sorpreso tutti: da giocatore discontinuo a vero leader. L’anima che mette in campo l’uruguagio fa impazzire i tifosi bianconeri. È bravo a far tutto, ovunque venga messo da Sarri sa destreggiarsi: mezzala o mediano, fa quel lavoro sporco al quale unisce strappi e qualità di palleggio che lo rendono imprescindibile anche per la prossima stagione.
Presumibilmente, il centrocampo della Juventus di Sarri sarà a tre e se il primo tassello è delineato dalla presenza di Bentancur, ci sono da analizzare gli altri due posti. Uno, fresco di maglia bianconera, è appena arrivato nell’operazione che ha portato Pjanic a Barcellona. Arthur Melo deve dimostrare di essere da Juventus, e gli verrà chiesto di farlo con le sue straordinarie doti, così funzionali, peraltro, al gioco di Sarri. Ottima qualità di palleggio, buon dribbling, possesso nello stretto e visione di gioco. E se non è chiaro dove Bentancur possa giocare l’anno prossimo lo stesso discorso vale per il brasiliano. Mediano nel Brasile e mezzala nel Barcellona, l’ex Gremio è capace di adattarsi in entrambe le posizioni, dando al mister bianconero diverse scelte tecniche e tattiche a disposizione.
E il terzo giocatore? Questa è la vera incognita che caratterizzerà il mercato bianconero. Nonostante lo splendido gol di martedì contro il Milan, Adrien Rabiot è apparso molto spaesato e spesso poco lucido in questi mesi a Torino. Pur se in crescita, la Juventus può metterlo sul mercato e trarne quindi un’ottima plusvalenza, come è stato per Emre Can a gennaio. Come mezzala sinistra, inoltre, c’è Matuidi, che ha sempre dato anima e corpo per questi colori.
Nonostante l’assenza di doti tecniche eccelse, il recupera-palloni per eccellenza della rosa bianconera può ancora essere utile alla causa, ma non da titolare. Con la partenza di Pjanic, restano solo altri due centrocampisti da analizzare e sono anche i due difficili perché raramente sono stati contemporaneamente a disposizione: Ramsey e Khedira. Entrambi possiedono nel proprio bagaglio tecnico inserimento e ottime capacità realizzative, caratteristiche di cui la Juventus, che non può più fare affidamento esclusivo sulle giocate di Cristiano Ronaldo e sull’estro di Dybala, ha estremamente bisogno. La tenuta fisica dei due, tuttavia, li rende mutuamente esclusivi: insomma, se Ramsey va verso una riconferma, Khedira a questo punto potrebbe seriamente salutare i bianconeri a fine anno.
Ma quindi, regista o mezzala offensiva: cosa serve davvero a questa Juventus? Abbiamo parlato dell’eclettismo di Arthur e Bentancur e della mancanza di centrocampisti di inserimento, quindi perché non puntare su questo tipo di profilo? Si fa il nome di Jorginho, un ottimo regista (anche se ora ha perso il posto da titolare nel Chelsea di Lampard), che farebbe sicuramente al caso del suo maestro Sarri. Jorginho darebbe equilibrio a metà campo, ma forse anche troppo. In altre parole, delineando un centrocampo con Bentancur, Jorginho e Arthur si configurerebbe uno scenario in cui i tre slot sarebbero occupati da altrettanti interpreti che possono essere adattati al ruolo di mediano, ma che non sarebbero in grado di garantire gol e trame offensive.
Ed è per questo che adattare al ruolo di regista uno tra Arthur e Bentancur sarebbe cosa buona e giusta, puntando invece su una mezzala di qualità e propensione offensiva e su un buon centravanti. Il colpo in quell’ipotetico ruolo potrebbe essere stato fatto a gennaio: Dejan Kulusevski, ma è tutto da vedere e dimostrare. A Parma gioca da esterno destro in un attacco a tre, ma nelle giovanili dell’Atalanta ha spesso occupato il ruolo di mezzala: le caratteristiche fisiche e tecniche del talentino svedese potrebbero essere quelle di cui ha più bisogno questa Juventus, che sta per nascere nel segno della duttilità. Insomma, le carte in regola per creare un centrocampo all’altezza delle big d’Europa ci sono, ma se i bianconeri vogliono fare il salto di qualità necessario bisogna osare. Certo, nulla toglie che non si debba mai smettere di sognare, soprattutto quando il sogno risponde ad un nome e ad un cognome ben preciso.
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