La nostra redazione ha intervistato in esclusiva Andreas Engelmark, primo allenatore di Dejan Kulusevski, giocatore rivelazione della Serie A che approderà in estate alla Juventus. Assistente tecnico della prima squadra del Brommapojkarna, squadra dove ha cresciuto il talento di Kulu, ci ha raccontato i segreti del suo entusiasmo della sua sicurezza che lo hanno portato a conquistare i dirigenti bianconeri.
Kulusevski è un giocatore molto genuino e quasi unico nel suo genere, è cambiato poi così tanto da quando lo ha avuto nella sua accademia?
“No, è sempre lo stesso ragazzo sorridente, ovviamente più maturo. È sempre stato estremamente positivo e entusiasta di giocare a calcio. Da piccolo dribblava tanto, aveva una dote straordinaria, ma appena perdeva palla stava fermo senza fare niente. Quindi ho provato ad aiutarlo. È stato piuttosto facile perché è un ragazzo sveglio che sa circondarsi delle persone giuste. Gli ho detto di cercare di venire a difendere un po’ di più quando perdeva palla e lo ha aiutato molto ad essere un giocatore box to box. Adesso è molto più completo pur avendo soltanto vent’anni”.
Kulusevski non ha ancora la barba ma ha già saputo rendersi un giocatore chiave nel Parma di D’Aversa. La sua indole vincente e la predisposizione a pensare positivo, gli hanno permesso di esprimersi liberamente in un calcio ancora molto ancorato alla tattica:
“Ha sempre pensato positivo, aveva la testa molto libera e pensa molto ai compagni. Ha una mentalità da grande ma sa essere molto umile. Durante il lockdown è venuto a trovarci in Svezia, pensa ancora ai suoi vecchi compagni di squadra nonostante lo abbia comprato un club del genere”.
Per tutti in italia è stata una sorpresa ma immagino che per lei lo sia stata un po’ meno: ” Si è vero, conosco bene le doti di Dejan e se quest’anno ha stupito tutti è merito suo. Qui al Brommopojkarna l’ho seguito da quando aveva undici anni ed è cresciuto tantissimo, ma penso sia anche merito del settore giovanile dell’Atalanta, uno dei migliori d’Italia in assoluto e del suo lavoro
“Certo è maturato molto, sia come persona, che come giocatore, ma i suoi valori sono sempre gli stessi. È sempre estremamente positivo, e questo lo porta a sorridere sempre anche fuori dal campo. La sua mentalità è sempre stata vincente: vuole vincere, lavora per vincere e vuole farlo al massimo livello”.
È per questo che ha scelto la Juventus e non l’Inter?
“Ha scelto la Juventus innanzitutto perché è stata la squadra che lo ha voluto di più, sono stati molto sicuri di questo. Poi è la squadra più vincente d’Italia, storicamente è un club importantissimo. Dejan vuole vincere e vuole farlo al massimo livello, deve fare il salto di qualità. Non ha scelto l’inter perché la collocazione tattica sarebbe stata più complessa: avrebbe agito più da mezz’ala oppure da esterno di destra in un 3-5-2, avrebbe fatto più fatica a sfruttare la sua caratteristica principale di tagliare dentro al campo per andare al tiro.
Ho avuto la fortuna di andarlo a vedere dal vivo quest’anno nella partita in cui ha tirato fuori forse la sua migliore performance, contro il Bologna in cui ha giocato addirittura come mezz’ala. Può fare qualsiasi ruolo del centrocampo ma non l’abbiamo mai visto a sinistra. Si può adattare anche lì?
“Si è vero, in quella partita è stato straordinario: il Parma aveva una formazione rimaneggiata, non c’erano Gervinho e Inglese, due giocatori importanti, ma la sua qualità lo ha portato ad essere un giocatore chiave in quel match segnando uno splendido gol e poteva farne altri. Agendo da centrocampista dimostra quanto è completo e risaltano anche le sue grandi doti fisiche e atletiche, ha una grande qualità di corsa. Però secondo me può agire senza problemi anche a sinistra: nello scacchiere di Sarri avrebbe un ruolo molto chiaro, per me sarebbe perfetto come numero dieci nel 4-3-1-2 o come esterno di destra nel 4-3-3, ma anche a sinistra non sfigurerebbe”.
Cosa gli manca per fare il salto di qualità per diventare uno dei migliori?
“Beh, devo dire che nonostante la sua età è davvero competo (ride) ma a parte gli scherzi deve fare un salto dal punto di vista realizzativo. Può fare ancora più gol sporchi, gli manca arrivare primo su una respinta del portiere ed essere più furbo sotto porta, magari tirare una volta in più invece di cercare l’assist. Ma sono sicuro che migliorerà alla Juventus, è davvero sicuro dei suoi mezzi”.
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