L’ex senatore Antonio Razzi è stato contattato in esclusiva dal nostro Simone Nasso per parlare del delicato momento che sta vivendo il nostro Paese e dell’eventuale ripresa dei campionati.
Prima di tutto, come sta e come sta vivendo questo particolare e difficile momento?
“Eh, sono a casa, è più di un mese che non esco. Bisogna rispettare le regole, perché se non si rispettano le regole non si sistemerà nulla.”
Ieri il premier Conte ha prolungato il lockdown fino al 3 maggio. A tal proposito, è stato confermato anche il blocco per lo sport. Se basket, pallavolo e rugby hanno già deciso di concludere la loro stagione, lo stesso non è successo con il calcio. Il ministro Spadafora, proprio ieri, ha parlato di una possibile ripresa degli allenamenti il 4 maggio. Lei cosa ne pensa di questa situazione? Secondo lei, alla fine, anche il calcio dovrà arrendersi o potrà ripartire al termine dell’emergenza?
“Giusto spostare tutto fino al tre maggio, e per me si dovrà andare anche oltre. Anche se Conte ha dato la possibilità di riaprire alle librerie e ai negozi per bambini: ma a che cosa serve? Sono assolutamente contrario a questa decisione. Per quanto riguarda lo sport, e quindi anche il calcio, dovrebbe fermarsi completamente: stagione finita. Almeno fino a quando non ci sarà un vaccino o qualcosa di simile. Come si può pensare di rischiare così tanto in questo periodo?”
Ovviamente, se la stagione calcistica dovesse concludersi così, ci sarebbero da valutare anche alcuni aspetti sportivi, e tra questi l’eventuale assegnazione dello scudetto. A parer suo, sarebbe giusto decretare la Juventus campione d’Italia o, per quest’anno, meglio non assegnare nulla?
“Per me lo scudetto si dovrebbe assegnare alla Juventus, così ricompenserebbero quello del 2006 dato ingiustamente all’Inter. Come dice sempre Capello, quei due scudetti sono della Juventus. E poi bisogna anche decidere chi va in Champions League, chi va in Europa League, chi retrocede e chi sale in Serie A. Secondo me, quest’anno non dovrebbe retrocedere nessuno, e le prime due della Serie B dovrebbero salire automaticamente, senza alcun tipo di play off. Poi, nel prossimo campionato, retrocedono in cinque, e così torna tutto alla normalità. Non dimentichiamoci del discorso economico, perché questo coronavirus sarà una vera e propria tragedia economica per molte squadre, anzi, per tutte le squadre. Non scordiamoci delle piccole realtà, che vivono di sponsorizzazioni che magari, al termine di questo periodo, non ci saranno più.”
Sempre restando nell’aspetto sportivo: so che è molto difficile dare un giudizio a “stagione sospesa”, ma come valuta fin qui l’operato di Maurizio Sarri in bianconero?
“Da quando conosco Maurizio Sarri – perché tanti anni fa è stato anche allenatore del Pescara, e io sono di Pescara – è sempre stato un tipo un po’ così. Non è uno come Conte, tanto per fare un esempio, non è uno che urla e si dimena quando la sua squadra fa un goal. Sarri è una persona molto seria. Lui ha nelle corde il tiki-taka di Guardiola – che in molti hanno tentato di copiare – ma deve avere i giocatori adatti per fare quel tipo di gioco molto veloce. Chiaro che forse si deve ancora adattare all’ambiente bianconero, lui è ancora spesso con la tuta, pochissime volte lo abbiamo visto in giacca e cravatta. Lui è così, è il suo modo di essere, ma la Juve lo sapeva fin dall’inizio, altrimenti non lo avrebbe preso. Da tifoso, onestamente, non me ne frega nulla: lui può allenare anche in pantaloncini e maglietta da spiaggia, l’importante è che vinca.”
Una curiosità: qualche anno fa lei aveva parlato molto bene di un calciatore nordcoreano arrivato in Italia. Sto parlando di Han. Dopo Cagliari e Perugia arriva alla Juventus, va in under 23, ma a dicembre 2019 viene ceduto a titolo definito all’Al-Duhail, in Qatar. Perché, a parer suo, questo talento non è riuscito a sbocciare nel calcio che conta?
“Ho conosciuto Han a Pyongyang quando era ancora un ragazzino. Il suo addio alla Juve è legato a un paio di motivi. Prima di tutto, sia al Perugia che al Cagliari, Han ha fatto vedere il suo talento. Ha la furbizia di un grande attaccante, e nonostante la giovane età è già molto esperto. La Juventus lo ha capito, lo ha acquistato e lo ha fatto giocare con l’Under 23. Non lo ha però mai fatto giocare in prima squadra. Non si sa, forse sarebbe potuto esplodere, e avrebbe potuto dare di più rispetto ad altri che non valgono nulla. Tra l’altro, lui è un giocatore dotato di grande disciplina, è abituato alla disciplina, e gli allenatori vogliono giocatori disciplinati. Avrebbe fatto un figurone alla Juventus. Però, c’è una cosa che ancora non riesco a capire: perché Han è stato ceduto? Ed ecco che mi viene il dubbio: non è che c’è di mezzo una questione politica? In Corea si è parlato molto di Han alla Juventus, perché la Juventus è conosciuta in tutto il mondo. Questo potrebbe aver dato fastidio politicamente a qualcuno – è inutile che io le spieghi a chi e a che cosa – e allora potrebbe esser stato costretto a lasciare la Juventus. Penso ci siano state forzature politiche nella sua cessione, perché tecnicamente lui è superiore a tanti altri che giocano nella Juve. Con Cristiano Ronaldo vicino avrebbe fatto faville.”
Simone Nasso
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