Le tanto discusse dichiarazioni di Andrea Agnelli al Business of Football Summit hanno inevitabilmente rilanciato l’idea della Superlega.
Da tempo, infatti, il presidente dell’ECA sta lavorando a una vera e propria rivoluzione del calcio internazionale, che dovrebbe partire dal 2024.
Come riportato da TuttoMercatoWeb, il primo cambiamento importante dovrebbe arrivare già nel 2021, con l’introduzione della terza coppa europea (la Conference League). Si tratterebbe di un torneo a 64 squadre suddivise per criteri geografici. Nella pratica, verrebbero costituiti 16 gironi da 4 squadre, suddivisi per aree: Nord, Sud, Est, Ovest. Ogni area geografica, dunque, disputerà un torneo a sé stante. Le prime due di ogni girone passano alla fase successiva e dalle 4 finali usciranno le promosse in Europa League.
Un’ipotesi, quella della terza coppa europea, che non convince molto le televisioni.
Champions League ed Europa League sembrano muoversi verso una logica di “Europa di Serie A” ed “Europa di Serie B”: il tutto dovrebbe svolgersi secondo un meccanismo di promozioni e retrocessioni, con eventuale mantenimento di una determinata posizione grazie ai risultati ottenuti in coppa, e non in campionato.
La nuova Champions League dovrebbe essere costituita da 32 squadre, con 4 gruppi da 8 nella prima fase. Le prime 4 di ogni girone si qualificano agli ottavi e hanno il diritto di partecipare alla Champions dell’anno successivo. La quinta esce da quella Champions, ma si qualifica comunque a quella successiva. La sesta e la settima disputano i play out, e la vincente si qualifica alla Champions successiva. La perdente retrocede in Europa League (dell’anno seguente). L’ottava, invece, retrocede anch’essa in Europa League, ma partendo dai play off.
Alla nuova Europa League parteciperebbero 32 squadre, con 8 gironi iniziali da 4 partecipanti ciascuno.
La prima di ogni girone passa direttamente agli ottavi di finale, mentre la seconda e la terza si sfidano in uno spareggio. La vincente accede agli ottavi. Le quattro semifinaliste vengono promosse nella Champions League dell’anno successivo.
Un progetto certamente ambizioso, ma destinato a modifiche nel corso dei prossimi incontri. Il principale problema è legato al fatto di sminuire eccessivamente l’importanza dei campionati nazionali, a causa dell’eccessivo numero di squadre qualificate automaticamente. Un esempio su tutti: il Napoli, che ad oggi rischia di non disputare la prossima Champions League, con questo meccanismo sarebbe già automaticamente qualificato alla massima competizione europea del prossimo anno.
Le cosiddette “piccole”, inoltre, hanno paura di non poter più sognare palcoscenici importanti (vedi l’Atalanta, tanto per citare l’esempio più recente) .
Insomma, tanti gli scontenti, che costringeranno inevitabilmente a rivedere il tutto.
Simone Nasso
This post was last modified on 6 Marzo 2020 - 20:23