Intervenuto ai microfoni di Radio Bruno, il presidente Rocco Commisso è tornato sulle polemiche post Juventus-Fiorentina. Le parole del presidente viola sono state raccolte e riportate da Violanews.com:
SUGLI ARBITRI
Sono venuto qui a giugno e devo difendere i miei interessi e quelli dei tifosi che rappresento, oltre che la città di Firenze. Non ho ma parlato degli arbitri, se non quando si sono infortunati i nostri giocatori (Pezzella, Ribery, Chiesa etc.). Sento il calore che dal primo giorno i fiorentini mi hanno dato, sento la responsabilità di rappresentarli.
SU JUVENTUS-FIORENTINA
Ci siamo trovati senza pezzi importanti della nostra squadra: Caceres e Milenkovic per squalifica, Castrovilli per infortunio. Andiamo allo Stadium con queste importanti assenze e riceviamo questo trattamento. Sono andato nello spogliatoio e ho trovato i miei giocatori a pezzi, così mi sono detto: “stasera parlo io, ci penso io, mi sento il loro capitano”.
SULLA DIRIGENZA E IL TIFO BIANCONERO
Ho parlato con i dirigenti della Juventus alla vigilia della gara, mi hanno fatto vedere le strutture che sono bellissime. Li ho ringraziati e mi sono congratulato con loro. Nessun tifoso bianconero mi ha insultato né prima, né durante la partita. Io non ce l’ho con la Juve, ho detto che essendo una grande squadra non hanno bisogno di aiuti esterni.
SU BUFFON E NEDVED
Quando la Juve è venuta a Firenze nel girone d’andata ho parlato a lungo con Buffon che è un grande uomo. Non so chi dà tutta questa arroganza ed importanza a Nedved; è l’unico che già a Firenze non mi ha salutato, teneva la testa bassa e non mi ha rivolto la parola. Per quello mi ha fatto arrabbiare la battuta sul thé, che pensi ai problemi suoi, non a quelli della mia Fiorentina”.
SULLE PAROLE DI NICCHI
Daremo una risposta societaria alle dichiarazioni che Nicchi ha fatto, oggi. Gli arbitri devono essere giudici, non possono intervenire. Non sarò mai tranquillo perché ho già visto troppo. Io sono andato a Coverciano e ho parlato con Gravina, sono andato là a parlare con lui. Ancora non mi sono messo nel “palazzo del calcio”, mio figlio e Barone mi hanno detto che si mettono a combattere l’uno contro l’altro, in Lega. Fino ad oggi non ho incontrato altri che Gravina, ancora non abbiamo un ufficio a New York, nonostante l’impegno e gli investimenti già portati avanti. E questo non lo dico solo per la Fiorentina, ma nell’interesse del calcio italiano.
Simone Nasso