Con la quinta vittoria consecutiva in campionato la Juventus continua a macinare risultati e a mietere vittime sportive, portandosi al primo posto solitario in campionato a quattro punti dalla prima inseguitrice, l’Inter. I numeri dimostrano tuttavia che la situazione è meno rosea di quanto si possa immaginare.
Cristiano Ronaldo è andato a segno per la settima volta consecutiva in Serie A: basta analizzare qualche dato però per rendersi conto che questo è tutt’altro che positivo. Da Juventus-Sassuolo del 1° dicembre a Juventus-Parma di ieri il campione portoghese ha siglato 11 reti, ma dietro di lui il primo “bomber” bianconero è addirittura Leonardo Bonucci con due (a Sassuolo e Udinese). Contro la Roma è andato a segno Demiral, contro il Cagliari Higuain, contro la Sampdoria Dybala: sono questi gli unici marcatori oltre a CR7 degli ultimi due mesi.
Si potrebbe obiettare che 31 milioni di euro l’anno presuppongono una certa differenza tra il campione che li percepisce e gli altri calciatori, ma Higuain, Dybala e Ramsey sono solo alcuni dei grandi calciatori bianconeri da cui è lecito aspettarsi di più in zona gol anche e soprattutto grazie al turnover che Maurizio Sarri mette in pratica ad ogni partita.
Un altro dato preoccupante è rappresentato dai gol subiti: la porta bianconera è rimasta inviolata solo contro il Cagliari nell’arco delle partite in cui CR7 è stato devastante, e per trovare un altro clean sheet in campionato dobbiamo tornare al 10 novembre, giorno di Juventus-Milan. La fragilità difensiva non è venuta meno neanche con l’avvicendamento tra De Ligt e Demiral, anche se il turco ha rappresentato un’ottima scoperta che purtroppo dovrà aspettare altri sei/otto mesi per diventare una realtà dello scacchiere bianconero.
In totale la Juventus ha subito 19 gol in 20 partite, arrivando alla media mostruosamente negativa di una rete a partita, ben al di sopra di quanto sia lecito aspettarsi dalla prima della classe in Serie A. Il problema ha però un solo “colpevole” ed è Maurizio Sarri. Il tecnico non è ancora riuscito a trovare la quadratura del cerchio nel pacchetto arretrato, che troppe volte subisce gli avversari portando la squadra a schiacciarsi troppo all’indietro. A riprova di ciò si può citare il fatto che questo si vede anche quando singolarmente i difensori bianconeri sfoderano prestazioni da urlo, come ha fatto De Ligt contro il Parma.
Non è però tutto da imputare alle mancanze difensive. A centrocampo Rabiot è ancora lontano dal diventare una mezzala che possa reggere ritmi elevati per novanta minuti mentre Matuidi è “costretto” continuamente a coprire lo spazio lasciato libero dal mancato ritorno di Cristiano Ronaldo. Alcuni match non avevano però visto la Juventus particolarmente sofferente: il riferimento è a quelli in cui Miralem Pjanic ha toccato più di 120 palloni. La fluidità di manovra è però ancora lontana anni luce: contro il Parma è bastata la marcatura a uomo di Kucka per portare il bosniaco a girare a ritmi troppo bassi.
Come se non bastasse, arriviamo al punto dolente di apertura: l’inconsistenza offensiva della Juventus al di là dell’alieno di Madeira. Anche in questo caso però è il trequartista a non convincere: Ramsey sembra ancora poco abituato al calcio italiano mentre Douglas Costa non offre le giuste garanzie fisiche. L’unico in grado di muoversi tra le linee sembra essere Dybala, che però soffre di qualche disattenzione di posizionamento quando gli avversari sono in possesso del pallone.
Il tempo delle prove è tuttavia finito. Se fino a questo momento bastava poco alla Juventus per portare a casa il risultato ora non sono più possibili cali di concentrazione. Mercoledì il match con la Roma è il primo dentro-fuori di stagione in grado di veicolare in un senso o nell’altro i futuri mesi bianconeri. La Coppa Italia è infatti una competizione in cui una partita può solo essere di aiuto nel ricordare ai bianconeri le difficoltà che incontreranno in Champions League.
Quando arriverà il Lione infatti la squadra dovrà essere abituata a incontri del genere e soprattutto a non lasciare nulla al caso: un gol concesso in casa può avere effetti devastanti a partita in corso ancor più che nell’ambito del confronto andata/ritorno (si veda il match contro l’Ajax). Inoltre in Champions ogni squadra cerca di esprimere il massimo per evitare ogni tipo di rimpianto: un clima che potrà ricordare quello che la Juventus troverà domenica sera a Napoli.
Gli azzurri, ormai alle prese con una stagione disastrosa, non saranno quelli visti nelle ultime uscite in campionato, in cui hanno raccolto più palloni nel loro sacco che punti. Il Napoli venderà cara la pelle come è sempre successo negli ultimi anni anche per ravvivare un ambiente che vede nuvole oscure all’orizzonte da mesi e che cerca l’occasione buona per riscattarsi. Non sarà una partita normale e a Torino lo sanno bene.
Per questi motivi siamo giunti alla settimana della verità, quella che ci dirà a che punto è la Juventus di Maurizio Sarri nel suo percorso di maturazione che dovrebbe portarla a contendere la coppa più ambita alle altre grandi formazioni europee. Una settimana che non potrà essere affrontata con il piglio delle ultime partite ma che richiederà ai bianconeri qualcosa in più, così da lottare fino alla fine.
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