Domenica sera, nella Capitale, la Juventus affronterà la Roma di Fonseca, una delle squadre rivelazione di questa prima parte di campionato.
Un match molto complicato per gli uomini di Maurizio Sarri, come confermato dalle statistiche. I bianconeri, infatti, non vincono all’Olimpico contro i giallorossi dal lontano 11 maggio 2014, l’ultimo anno di Antonio Conte, tanto per intenderci.
Penultima giornata di campionato. La Vecchia Signora si presenta a Roma con 96 punti, già ampiamente Campione d’Italia, ma con l’amaro in bocca per l’eliminazione dall’Europa League in semifinale, per mano del Benfica.
Insomma, una Juventus senza obiettivi, almeno sulla carta. Ma la fame, dalle parti della Torino bianconera, non manca mai. Conte, quell’anno, non voleva solo vincere. Conte voleva entrare nella storia.
In che modo? Raggiungendo quota 100 punti in campionato.
Un obiettivo raggiungibile anche attraverso un pareggio, che avrebbe accontentato entrambe le squadre presenti sul rettangolo di gioco. In effetti, fu proprio un match da “X fisso”, con poche occasioni da ambo le parti e ritmi mai particolarmente intensi.
Fino al minuto 30 della ripresa, quando Antonio Conte richiama in panchina Fernando Llorente. In campo entra lui, proprio lui, l’ex del match, tanto “odiato” e fischiato dal popolo giallorosso: Pablo Daniel Osvaldo.
Il calciatore era approdato nel capoluogo piemontese a gennaio, dopo un’esperienza non particolarmente positiva al Southampton, dove aveva collezionato il misero bottino di tredici presenze e tre reti.
Anche alla Juve, fino a quel momento, Osvaldo non aveva lasciato una grande traccia, se si esclude qualche marcatura messa a segno in Europa League. In quei 15 minuti disputati all’Olimpico di Roma, però, l’attaccante italo-argentino si è ritagliato un piccolo spazio nella storia del club bianconero.
Minuto quarantanove, l’ultimo del match: Paul Pogba serve Lichtsteiner, che crossa rasoterra all’interno dell’area di rigore. Tevez manca il pallone, ma questo arriva sui piedi di Osvaldo, che con un potente destro trova l’incrocio e regala il successo in extremis alla sua squadra.
Il giocatore esulta, esulta tanto, in quello che una volta era il suo stadio, mentre la panchina bianconera esplode di gioia, come se lo scudetto fosse stato conquistato in quell’esatto momento.
Osvaldo, a fine stagione, non verrà riscattato (e si trasferirà all’Inter, dove resterà solo tre mesi), ma grazie a quella rete, quando penso a Roma-Juve non posso non pensare a lui.
Simone Nasso
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