Valentina Cernoia si racconta ai microfoni di JTv.
“Ho sempre seguito il calcio dei maschi, il mio idolo è il brasiliano Ronaldo perchè mio padre era interista. Di Ronaldo amo il modo in cui dribblava gli avversari e posso dire di avergli rubato qualcosa: a me piace puntare l’uomo e dribblarlo, mi dispiace non poter seguire il derby con papà, io milanista lui nerazzurro ma lui mi guarda da lassù.”
Valentina inizia a giocare a calcio dopo aver fatto molti sport: “Ho vinto diversi trofei di karate ma la mia vocazione era il calcio. Dentro di me ho sempre pensato di poter arrivare lontano e vivere la mia passione come un lavoro. Dalla squadra di paese al Manerbio per vincere serie D e C e poi il grande passo: Brescia. Brescia è una svolta per la carriera, la società voleva vincere e noi abbiamo vinto 3 Scudetti, 3 Coppa Italia e 2 Supercoppa, raggiunti i quarti di finale di Champions League.”
Parla poi di una partita importante giocata con la maglia bianconera: lo spareggio Scudetto disputato a Novara contro il suo Brescia e dice: “Lo spareggio contro il Brescia è stata la partita più emozionante, calcio l’ultimo dei 5 rigori regolamentari, penso ai 10 anni a Brescia ma l’obiettivo era vincere con la maglia bianconera. Arrivavo da un infortunio pesante rimediato nella prima partita dell’Europeo in Olanda in cui affrontavamo la Germania, dopo 70 minuti mi rompo il legamento crociato del ginocchio. Sul dischetto porto troppe emozioni per godermi il successo (occhi lucidi n.d.r.). Brescia è stata casa mia e la mia famiglia per 10 anni, sono contenta di aver dato il mio contributo e di essere tornata a casa da quello spareggio con un trofeo importante dopo 8 mesi ferma tra intervento, infortunio e riabilitazione.”
Dopo l’infortunio all’Europeo in Olanda iniziano le sue paure, la numero 7 bianconera dice: “Faccio della mia vita il calcio e faccio del calcio la mia vita. La Juve mi vorrà ancora? Sono presuntuosa nel dire che tra 8 mesi avranno Valentina in squadra e Valentina può dare una mano, sono immediatamenta stata tranquillizzata da Braghin e Marotta che mi hanno chiamata dicendomi di occuparmi della riabilitazione che al mio ritorno mi avrebbero aspettata.”
Conclude l’intervista dicendo: “Io scendo in campo portandomi dietro tutto quello che ho accumulato nei giorni, settimane, mesi prima della gara. Quando perdi pensi di aver fatto tanto per arrivare a quella partita ma non riesci ad esprimerti al meglio e ti chiedi: ne vale la pena? la risposta è sempre si.”
This post was last modified on 27 Novembre 2019 - 15:37