No, il 9 novembre non è mai un giorno come tutti gli altri. Il tifoso bianconero lo vive in maniera speciale, travolto da un micidiale mix di felicità e nostalgia, inondato dal ricordo di un passato in cui il numero 10 era indissolubilmente legato a un nome, quello di Alessandro Del Piero.
Lui, il numero 10, il capitano di una Juve capace di passare dal paradiso all’inferno in poche settimane, per poi rinascere dalle proprie ceneri, più forte che mai.
Lui, il simbolo, che ci ha messo la faccia anche nei momenti più duri, anche nei campi di provincia della B, che ha difeso la Vecchia Signora dagli attacchi più feroci e che ha riacceso la luce anche nei periodi più bui.
Già, capitano, proprio così. Quanti bambini ti hanno imitato nei parchi dei loro paesi, quanti con la tua maglia addosso hanno sognato di vivere la tua stessa favola in bianconero, e quanti hanno tentato, contro gli amici, “il tiro alla Del Piero”, spesso con risultati scadenti. Troppo difficile imitare la perfezione, persino per il bimbo più talentuoso.
E forse, in questo momento, non ha nemmeno molto senso stare qui a elencare numeri, record e trofei (servirebbe un libro, non un articolo), perché ciò che tu ci hai regalato, più di ogni altra cosa, sono emozioni.
Proprio così, emozioni indelebili, forti, che nemmeno il tempo potrà mai cancellare. In un mondo, quello del calcio, che ha spesso la memoria corta, tu non sarai mai dimenticato.
45 anni da leggenda: tanti auguri capitano!
Simone Nasso