L’enigma Bentancur

Nell’estate del 2015 la Juventus cedeva Tevez al Boca Juniors assicurandosi 9 milioni di euro circa tra il cartellino di Guido Vadalà e un piccolo conguaglio di 3 milioni. Il giovane attaccante sarà poco più che una comparsa nella Primavera bianconera e le attenzioni si sposteranno su un possibile affare che era però ancora da mandare in porto.

L’allora Amministratore Delegato Marotta si era infatti assicurato un’opzione sul cartellino di Rodrigo Bentancur, che nel 2015 aveva da poco compiuto 18 anni. L’anno successivo si parlò di un interessamento del Milan, disposto a tutto per ringiovanire un centrocampo in piena decadenza, ma da Buenos Aires arrivarono rassicurazioni per la dirigenza della Juventus: l’uruguaiano in Italia avrebbe giocato solo con la maglia bianconera.

Il 1° luglio 2017 Bentancur diventa ufficialmente un calciatore della Vecchia Signora per circa 9.5 milioni di euro più il 50% della futura rivendita. L’accoglienza da parte dei tifosi è tiepida ma colma di speranze per un giovane del quale non si sentono che parole di elogio: alla sua giovane età ha già preso in mano il centrocampo Xeneizes nelle difficili sfide argentine e in Serie A non potrà che migliorare.

Il primo anno con Allegri lo porta a 27 presenze complessive, una cifra di tutto rispetto considerato il lento inserimento che il mister di Livorno ha riservato a campioni ben più affermati quali Morata e Dybala. Bentancur trova continuità sul finale di campionato e si dimostra sempre più presente nelle rotazioni di centrocampo.

La stagione seguente (2018/2019) farà assaporare a Rodrigo la gioia del gol contro Udinese e Fiorentina, peraltro in rapida sequenza. Sembra il preludio ad una stagione vissuta da protagonista, come paiono dimostrare i nudi dati (40 presenze e appunto due reti), ma le cose sul più bello sembrano incartarsi.

Bentancur oggi è al centro del progetto Juventus ed è il primo cambio di Pjanic, l’insostituibile di Sarri (su cui verte tutta la manovra), segno di un apprezzamento tangibile da parte del mister. Se non si discute su questo e sul suo attaccamento alla causa bianconera si può però avere qualche titubanza su altro.

Prima di tutto il suo ruolo: Bentancur sembra troppo lento e macchinoso per giocare da regista (e certo il paragone con il bosniaco non lo aiuta), troppo poco tecnico ed estroso per fare il trequartista, troppo spaesato e poco incursore per giocare da mezzala.

L’uruguaiano è forse un mix di tutti i ruoli precedenti. Probabilmente lo è anche troppo: trovargli una collocazione tattica è alquanto difficile, e se ne è reso conto soprattutto Sarri, che lo ha provato in tutte le zone del centrocampo.

Proprio a causa di quanto detto sopra va ammesso che le sue caratteristiche sono uniche e proprio per questo potrebbero farlo esplodere da un momento all’altro. Tuttavia la sua definitiva maturazione sembra continuamente rimandata a causa del suo più grande difetto: la mancanza di carattere.

Gli uruguaiani sono famosi per quella “garra” tante volte ricordata da Lele Adani, commentatore letteralmente innamorato del paese sudamericano, ma Bentancur forse fa eccezione, a meno che non si possa tradurre questo termine con “irruenza“. Il giovane bianconero infatti alcune volte sembra troppo pressato dai suoi compiti difensivi da essere eccessivamente falloso: nelle 7 partite di campionato giocate quest’anno ha rimediato ben 3 ammonizioni.

Rodrigo Bentancur è quindi un vero e proprio enigma: importante per Allegri, prezioso per Sarri, intoccabile per la società che non vuole corrispondere al Boca Juniors quel famoso 50% della sua possibile cessione. Un enigma che partita dopo partita aumenta di valore come il suo cartellino, che sembra in continua crescita, qualcosa che non scoraggia le big europee che sono sulle sue tracce.

L’uruguaiano merita queste attenzioni o è solo prigioniero della sua clausola? Il campo come sempre ci darà la sua sentenza, più importante di qualsiasi opinione. Bentancur non sembra ancora un campione e neanche pare avere la stoffa per diventarlo, ma per lui e per la Juventus speriamo sul serio di essere smentiti.

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