Un percorso di crescita è pieno di ostacoli, di saliscendi, di alti e bassi. Anche quando ci sembra di aver trovato la quadra della cerchia, c’è sempre un inghippo che scombussola il banco e bisogna ripartire quasi da capo con tutto il lavoro. E’ di certo il caso della Juventus di Maurzio Sarri che sta gestendo due squadre completamente differenti se si considerano le ultime tre partite, con le gare di inizio di stagione.
La mano dell’allenatore toscano si è notevolmente vista soprattutto nei big match contro Napoli, Atletico Madrid ed Inter. In queste occasioni il sarrismo ha fatto da padrone, i bianconeri sono stati veramente belli da vedere: corti, con un veloce giro palla, con la capacità di sfondare le difese avversarie attraverso rapidi scambi fino ad arrivare in area, dove gli attaccanti si trovavano soli contro il portiere. Questo è successo fino a tre partite fa, quando la Juventus ha destato brutti segni di regressione soprattutto dal punto di vista del gioco.
Contro Lokomotiv Mosca, Lecce e Genoa si è rivista la Madama dello scorso anno, quella di Massimiliano Allegri che con un palleggio a ritmi molto bassi controllava la partita e si affidava alle individualità. Certo, non per questo non si sono create palle gol, anzi. La statistica è alquanto clamorosa: i bianconeri hanno tirato verso la porta avversaria per ottanta volte, spingendo, però, solo 5 palloni in fondo la rete. Solo il 4% delle occasioni create sono state realizzate, il che è un dato ancor più inquietante del precedente.
Non ci si aspetta assolutamente che la Juve vinca tutte le partite 7-0, per carità, ma la mancanza di precisione sotto porta alla lunga può risultare un problema. Contro i russi in Champions League i bianconeri sono stati salvati da due invenzioni di Dybala ed è andata bene. Nella trasferta del “Via del Mare” la Vecchia Signora è stata graziata non dai propri giocatori, bensì dall’Inter che non è andata oltre il 2-2 col Parma e non ha superato i bianconeri in classifica. Mentre ieri l’astuzia di Cristiano Ronaldo nell’andare a prendersi il rigore al 95′ è stata premiata. Non sempre si può sfidare la fortuna: certo, si dice che aiuta gli audaci ma è molto meglio cavarsela con le proprie forze. Per trovare la nuova vera identità della Juventus c’è ancora bisogno di tempo, nel frattempo concretizzare maggiormente le occasioni create significherebbe crescere con meno problemi.
Michele De Blasis