Esistono centrocampisti che coprono determinate zone del campo, crescono e maturano in quel ruolo specifico e riescono a offrire un contributo fondamentale alla squadra. Ma c’è una virtù che rende il centrocampista ancor più indispensabile alla causa: la duttilità. E Rodrigo Bentancur ne è l’esempio calzante della nuova Juventus di Sarri.
Partito come vice Pjanic, l’uruguagio è stato uno dei vari bianconeri che più ha accusato il colpo del change in panca, soprattutto se pensiamo a quanto Allegri lo tenesse in considerazione.
L’arrivo di Maurizio Sarri a Torino, il cambio di modulo, le noie muscolari, tutte difficoltà iniziali che hanno solo fatto maturare silenziosamente il ragazzo, il poco minutaggio di inizio stagione lo ha reso più responsabile e consapevole dei propri mezzi nel momento in cui è stato chiamato in causa.
Utilizzato contro l’Inter per la prima volta da trequartista, ieri sera contro i russi della Lokomotiv si è ritagliato un posto da titolare nel medesimo ruolo, esprimendo quantità e, anche se in misura ridotta, efficace qualità. Il meglio si è visto quando è tornato nel suo ruolo naturale, arretrando di qualche metro in mediana, ruolo che gli permette di avere un raggio d’azione più ampio e arioso, risaltando le sue doti atletiche miste a splendido palleggio e visione di gioco, e se ci aggiungiamo anche lo spirito di sacrificio, tipica virtù sudamericana, il gioco è fatto: ecco sfornato il centrocampista moderno.
Un talento ormai sbocciato Rodrigo, e mister Sarri lo sa, da sempre promotore di giovani promesse dal forte impatto tecnico, e grazie alle doti da grande promessa, il centrocampista uruguagio può aspirare ad essere una vera certerzza di questa Juventus.
Francesco De Ruvo
This post was last modified on 25 Ottobre 2019 - 09:32