Alla Gazzetta dello Sport, Alberto Francese, esperto analista di Banca Imi, ha cercato di rispondere a tutti i quesiti che in questi giorni attanagliano economicamente il mondo Juventus. Dopo la grande preoccupazione vissuta a causa del crollo in borsa, ci sono buone notizie in arrivo per i bianconeri.
La scorsa stagione, per la prima volta la Juventus ha visto il segno meno davanti al suo bilancio. Al contrario, Il fatturato, al netto delle plusvalenze, è aumentato a 494,4 milioni dai 410,7 dell’anno prima, ma si sono alzati parecchio anche i costi: +27% per gli stipendi, +38% per gli ammortamenti, ora per un totale di 477,2 milioni. Le plusvalenze da 127,1 milioni, e in generale il trading (157,2 compresi i prestiti e altri proventi), hanno consentito di ridurre lo sbilancio contabile. L’indebitamento finanziario netto è salito al 30 giugno 2019 a 463,5 milioni, 153,7 in più in dodici mesi.
“Merchandising e sponsorizzazioni, oltre all’acquisto di Ronaldo hanno fatto impennare il fatturato caratteristico. Si può dire che il primo anno sia andato oltre le stime” dice Francese. I ricavi da sponsor e pubblicità sono passati da 86,9 a 108,8 milioni, quelli da merchandising da 27,8 a 44 milioni; e anche i ricavi da gare, con l’aumento dei prezzi (accettabile pur di vedere dal vivo Ronaldo) sono saliti da 56,4 a 70,7. Insomma, oltre 50 milioni di entrate caratteristiche in un solo anno. “Senza Ronaldo le entrate caratteristiche non sarebbero state le stesse” spiega francese. “Rispetto alla nostra stima (-68 milioni) il risultato netto è migliore grazie al fatturato più alto, comprese le plusvalenze che fanno parte in qualche modo dell’attività caratteristica, realizzate senza vendere nomi altisonanti e senza sacrificare giovani da valorizzare.”
SUL DEBITO
Attenzione però ai debiti: il numero può spaventare (463,5 milioni), ma va inquadrato nel gigantismo che ormai si è costruita attorno la Juventus: in termini di asset, con l’Allianz Stadium e la Continassa, di flussi di cassa e di ambizioni di crescita, in un contesto globale in cui i punti di riferimento sono fuori dal territorio nazionale (il Tottenham ha appena rifinanziato il debito da 720 milioni per ripagarsi lo stadio).
“Il primo parametro che si guarda è il rapporto tra indebitamento finanziario netto (pari a 463,5 milioni, ndr) e Ebitda (margine operativo lordo, positivo per 163 milioni, ndr): siamo a 2,84. È un valore che non è basso ma nemmeno patologico, ci sono società che girano a 4-5. Il debito della Juventus è sostenibile anche per un’altra ragione: a differenza di quasi tutti gli altri club italiani, come contropartita c’è un asset fisico come lo stadio di proprietà, non solo i giocatori a bilancio”.
Eccoci all’iniezione da 300 milioni, che si concretizzerà nei primi mesi del 2020 e per il quale Exor si è già impegnata a sottoscrivere la quota di sua competenza (191 milioni). La ricapitalizzazione si inserisce nel piano di sviluppo globale che punta al “mantenimento della competitività sportiva”, all’”incremento dei ricavi operativi e della visibilità del brand Juventus nei mercati internazionali” e al “consolidamento dell’equilibrio economico e finanziario”. Dopo Ronaldo, la Juventus vuole arrivare nell’élite mondiale del calcio ed essere ancora più competitiva. Insomma, quell’iniezione di capitale serve per fare ulteriori investimenti. È un’azione di attacco, non di difesa. La pensa così anche Francese: “L’aumento di capitale, oltre a rafforzare il patrimonio netto che si è ridotto a 31,2 milioni, consentirà una flessibilità finanziaria per realizzare nuovi investimenti, alla Ronaldo per intenderci. È la dimostrazione che la Juventus vuole continuare la strada intrapresa per diventare una vera entertainment company, come hanno fatto le grandi squadre europee e le franchigie americane. Ronaldo ha funzionato, se avessi altri giocatori di fama internazionale potresti ulteriormente incrementare la visibilità globale del brand e aumentare i ricavi commerciali”.
Con la ricapitalizzazione la Juventus si doterà di liquidità per 300 milioni andando a ridurre immediatamente la posizione finanziaria netta. A quel punto avrebbe la flessibilità necessaria per realizzare ulteriori investimenti, sia sulla campagna acquisti sia sulle attività correlate all’espansione del marchio, senza creare tensioni finanziarie. “C’è da considerare che il bond da 175 milioni emesso a febbraio ha una scadenza lunga e che ci sono ulteriori linee di credito non utilizzate. La ricapitalizzazione sarà indirizzata alla crescita, più che a coprire i debiti. La strategia della Juventus è chiara: investire ancora su altri giocatori top in grado di far crescere ulteriormente il fatturato, in modo da aumentare l’Ebitda e mantenere così la sostenibilità del debito”, conclude Francese.
Fonte Gazzetta dello Sport
This post was last modified on 24 Settembre 2019 - 17:13