A Torino, negli ultimi anni, sono sempre stati molto legati alla casacca con il numero 8 stampato sopra. Una maglia che da Causio a Tardelli, da Deschamps a Conte, da Camoranesi a Marchisio, ha sempre rappresentato un modo di essere, di stare in campo, di rappresentare la Juventus. Quest’anno, a vestire quella maglia sarà uno dei neo-acquisti di questa sessione di mercato: Aaron Ramsey. Il gallese, trasferitosi sotto la Mole, a parametro zero, rappresenta, per Sarri, un jolly che può permettere al tecnico diverse soluzioni tattiche. Reduce da un infortunio, rimediato con la maglia dell’Arsenal, ad aprile nella sfida contro il Napoli, secondo quanto appreso da Tuttosport, nella giornata di martedì si unirà in gruppo. Rimasto alla Continassa, per smaltire definitivamente le ultime scorie dell’infortunio, il numero 8 ha parlato tramite i suoi canali social affermando: “sto lavorando duro per recuperare e sto facendo progressi importanti”. Parole rilevanti, che sanno di rientro, quelle espresse da Ramsey che rappresenta l’unico acquisto di questa sessione a non aver ancora esordito. Possibile un eventuale impiego, da parte di Sarri, per lui nella partita amichevole del 10 Agosto contro l’Atletico Madrid.
Le chiavi tattiche
Storicamente, Ramsey ha sempre agito sulla trequarti, avendo caratteristiche di corsa, visione di gioco e capacità realizzative non comuni. Può essere schierato come mezzala in un ipotetico 4-3-3 (modulo usato da Sarri nella tournée in Oriente) ma anche come centrocampista centrale, all’occorrenza, in una mediana a 2, avendo talento anche come playmaker. L’intelligenza tattica del gallese sia senza palla che in possesso, poterebbe spingere il tecnico toscano ad inserire, nel tridente, un calciatore come Ramsey che agisca sulla trequarti in un possibile rombo: con Pjanic vertice basso, due mezzali come Emre Can e Rabiot, concluso proprio da Aaron in posizione avanzata come vertice alto. Un calciatore unico nella rosa bianconera, aspettando il suo esordio, per Sarri e per i tifosi, c’è già molta curiosità di vedere all’opera il nuovo “proprietario” della casacca numero 8.