Juventus-Milan e penso a Claudio Marchisio

Era il 2 ottobre del 2011 e il campionato era iniziato solamente da qualche giornata. Il Milan, Campione d’Italia in carica e allora allenato proprio da Massimiliano Allegri, era la squadra super favorita per la conquista della Serie A.

D’altronde le statistiche lasciavano pochi dubbi: Zlatan Ibrahimovic, fino a quel momento, era sinonimo di vittoria del campionato. Ovunque giocasse l’attaccante svedese, il suo club si aggiudicava il titolo nazionale. Come se non bastasse, il bomber giramondo aveva al proprio fianco giocatori del calibro di Thiago Silva, Boateng, Van Bommel, senza dimenticare un Nocerino in versione goleador.

Quella Juve, la prima di Antonio Conte, la prima dello Stadium, era una squadra sperimentale, che aveva il solo obiettivo di tornare nell’Europa dei grandi dopo due annate con pochissime gioie, per esser buoni. No, quella Juve non aveva davanti un campione come Ibrahimovic, e dietro aveva deciso di affidarsi alla coppia di centrali (ChielliniBonucci) che fino all’anno prima sembrava non potesse essere adatta per grandi palcoscenici. Poi l’incognita Pirlo, prelevato a parametro zero dal Milan, la scommessa Vucinic, genio e sregolatezza nella Capitale, e tanti altri nuovi arrivi (tra questi un certo Arturo Vidal, allora semi sconosciuto).

Tra le conferme, oltre a gente del calibro di Gianluigi Buffon e Alessandro Del Piero, un altro nome non è mai stato in discussione, un nome da cui ripartire, un simbolo della massima juventinità: Claudio Marchisio.

Quel Juventus-Milan, il primo grande match di una nuova grande Juve, non poteva che essere deciso proprio da lui, il Principino. Lui, che era nato proprio da quelle ceneri infernali prodotte nell’estate del 2006, che si era allontanato solo un anno da Torino per vestire la maglia dell’Empoli in prestito, con un solo obiettivo in testa: ritornare a casa e aiutare la Vecchia Signora a risorgere.

E chi se lo scorda, quel Juventus-Milan. Una partita dominata in lungo e in largo dai bianconeri, in grado di annichilire i tanti campioni del Milan, ma incapace di capitalizzare le tante occasioni avute.

Ecco però, al minuto 42 della ripresa, la zampata di Claudio Marchisio, che trafigge Abbiati e fa impazzire di gioia il popolo bianconero, un popolo che da troppo tempo non viveva emozioni così intense. Poi, come spesso capita in certe situazioni, il cronometro sembra non andare più avanti. Subentra così la paura, la sensazione che un fuoriclasse del Milan possa rovinare tutto ciò che era stato fatto in quei 90 minuti, e “annullare” così un momento destinato a restare nella memoria collettiva juventina.

Al secondo minuto di recupero, quel fuoriclasse annunciato si materializza, ma non veste la maglia rossonera. Esatto, è di nuovo lui, Claudio Machisio, che raccoglie al volo un pallone al limite dell’area e realizza la rete del raddoppio, anche grazie a un errore clamoroso dell’estremo difensore rossonero.

La Juventus vince 2-0 e lancia un messaggio a tutto il campionato: ci siamo anche noi!

Simone Nasso

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