Sempre Kean, ancora Kean.
Aveva ragione Allegri, il ragazzo non è ancora nel pieno della maturità, ma noi per ora ce lo godiamo così com’è. Già, perché Moise Kean ha la stoffa del predestinato, abbinata a quella capacità di trovare il goal anche quando le cose sembrano non andare particolarmente bene per lui.
Un primo tempo un po’ in ombra per il giovanissimo 2000, con alcuni errori di troppo, spesso nascosto tra i centrali cagliaritani. L’ingenuità più grave, però, arriva al minuto 19, con un’ammonizione per simulazione tanto evitabile quanto frutto dell’inesperienza. Poi, nella ripresa, ecco un Kean diverso, più deciso nei palloni giocati, ma poco lucido sotto rete. Per ben due volte, a tu per tu con Cragno, tenta il pallonetto e non trova la via del goal.
“Ecco, ha smesso di segnare, il momento d’oro del ragazzino è già finito”: erano già tutti pronti ad attaccarlo, come se un ragazzo appena maggiorenne non possa nemmeno permettersi di sbagliare una partita. Al minuto 85, però, su un preciso assist di Bentancur, Moise Kean si fa trovare pronto, sotto rete, per ribadire a tutti ancora una volta che il ragazzino ha le spalle larghe.
Esatto, quelle stesse spalle larghe che gli hanno fatto scivolare addosso gli ululati razzisti di una parte del pubblico di casa.
Moise Kean, però, non è uscito dal campo… o meglio lo ha fatto, ma a fine partita, con un altro goal importante e con tre punti in più in classifica.
Simone Nasso
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