No, Cagliari-Juve, emotivamente parlando, non è una partita come tutte le altre, non potrà mai esserlo. Anni e anni di buio, poi di nuovo la luce, proprio in trasferta, proprio contro la squadra sarda.
E poco importa se in quel caldo 6 maggio del 2012, in realtà, si giocava sul neutro di Trieste, poco importa se quella partita, rispetto a quella di stasera, aveva tutt’altro sapore e significato. Quel Cagliari-Juve fu attesa allo stato puro, un po’ come oggi attendiamo la partita di mercoledì prossimo, e forse anche di più.
Già, chi se la scorda l’esultanza sul goal del vantaggio di Vucinic, i continui collegamenti con San Siro, dove si stava giocando il derby di Milano, che avrebbe potuto farci esplodere di gioia con una giornata d’anticipo sulla fine del campionato.
Poi Borriello, un goal apparentemente spettacolare… anzi no, autogol di Canini al volo… perdonatemi, ma in quel momento era davvero difficile mantenere un livello sufficientemente adeguato di lucidità.
Infine, il quarto goal dell’Inter di Maicon, la Juve che gestisce il risultato fino al termine del match, e una certezza al momento del triplice fischio arbitrale: eccola, la Vecchia Signora è finalmente tornata.
Simone Nasso
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