Le imprese non si fanno mai da soli. C’è il condottiero, quello che prende in mano l’esercito e lo porta verso la vittoria, e poi ci sono i singoli soldati, quelli che fanno un lavoro silenzioso ma fondamentale, quelli che nell’ombra combattono e costruiscono l’impresa.
Nella magica notte della Juventus, una vera e propria battaglia, c’è stato tutto questo: il condottiero, Cristiano Ronaldo, e i soldati, in campo e fuori.
L’emblema di questa impresa non può che essere lui, Cristiano Ronaldo. Il portoghese ha segnato una tripletta, la quarta contro l’Atletico Madrid in carriera, ma probabilmente la più pesante. Il numero 7 bianconero ha di fatto deciso la sfida, permettendo con i suoi tre gol alla Juventus di passare il turno. All’andata non era stato incisivo, così come nei gironi, ma lui sa quando è il momento di scendere in cattedra e colpire: la Champions, d’altronde, è casa sua.
Come un vero condottiero, Ronaldo ha guidato i suoi verso l’impresa.
Lui, che conosce così bene quella competizione magica e forse anche un po’ maledetta, lui, che all’intervallo ha abbracciato uno per uno i compagni, incitandoli con tutta la carica che aveva. Lui, che con tre gol ha realizzato un sogno.
Il lavoro sporco è toccato ai soldati, quelli che rimangono sempre un po’ nell’ombra, che lavorano in silenzio, che sudano per portare a termine il loro compito. Di soldati, la Juve, ieri ne ha avuti tanti.
Sugli spalti erano 40.000, e con la loro voce hanno (finalmente) incitato la squadra, prendendola per mano e portandola verso un successo meraviglioso, dandole forza e coraggio, ma soprattutto un motivo in più per vincere.
In campo, invece, i soldati hanno dato l’anima correndo con le gambe, giocando con la testa e combattendo con il cuore. Tutti, davvero tutti, hanno contribuito ad un successo che sa davvero d’impresa.
Impossibile non evidenziare però le prestazioni davvero combattive di gente come Spinazzola, che alla prima in Champions ha dimostrato carattere e voglia fuori dal comune, Emre Can, che finalmente ha trovato il suo posto in campo e c’ha messo tutta la grinta possibile, combattendo su ogni pallone, e Bernardeschi, uno che i valori Juve li porta dentro e che con coraggio e cattiveria ha offerto una prestazione strabiliante, risultando decisivo ai fini della vittoria e lasciando tutti a bocca aperta.
C’è chi ha cantato sugli spalti, chi ha combattuto in campo e chi ha sfruttato ogni palla utile segnando. C’è anche chi ha sofferto e gioito da casa, chi c’ha creduto fino in fondo, chi ha pianto dopo un’emozione così grande.
Ci sono tanti eroi che hanno contribuito a costruire quello che è successo ieri sera, perché certe imprese si fanno tutti insieme, tutti uniti. Fino alla Fine.
Josephine Carinci
This post was last modified on 14 Marzo 2019 - 10:44