C’è chi, dopo la gara con il Parma, nel tracollo della Juventus un po’ ci ha sperato, magari anche contravvenendo alla propria fede calcistica. Perché la sensazione è che, ogni tanto, l’ingiustificato odio verso chi sedie sulla panchina bianconera riesca addirittura a scavalcare sogni e passioni. Come se dopo una brutta prestazione o dopo una sonora sconfitta debba essere individuato necessariamente un capro espiatorio, qualcuno su cui scaricare le proprie frustrazioni. Proprio questo è il modus operandi degli anti-allegriani doc. Spasmodicamente perseguitati dal terrore di dover legittimare le proprie infondate convinzioni sulla presunta inadeguatezza dell’allenatore della Juventus.
L’ORCHESTRA PERFETTA DI MAX
E invece, dopo la rimonta subita dal Parma, in linea con il trend generale degli ultimi anni, i Campioni d’Italia non sbagliano, rispecchiando le previsioni di un calendario favorevole ma tutt’altro che scontato. Sassuolo e Frosinone, spesso talmente sottovalutate da riservare sorprese poco piacevoli, sono state le vittime perfette della ripresa di una squadra non morta – come molti credevano e, appunto, speravano – ma malata. Piccoli malanni di stagione, superati in maniera magistrale alle porte del primo vero importante esame della sessione. Il merito? Senza dubbio di colui il quale è maggiormente criticato, di chi è perenenmente vittima di sterili considerazioni mai suffragate dalla realtà dei fatti. Sì, perché se la Juventus è un’orchestra perfetta il merito va dato al suo direttore, intelligentissimo stratega e imprescindibile collante di un gruppo potenzialmente imbattibile.
LA MAGISTRALE GESTIONE DEL GRUPPO
La poliedricità del materiale a sua disposizione definisce le aspettative che vengono riposte nei risultati da conseguire, e Allegri è un maestro a sfruttare tutte le migliori risorse di cui dispone. Mischiando, invertendo, sperimentando i suoi interpreti in tutte le posizioni. Gestendo alla perfezione un gruppo eterogeneo, a tal punto che, nelle mani sbagliate, la sua stabilità possa essere pregiudicata in qualsiasi momento (ogni riferimento alle squadre di Milano è puramente casuale).
La Juventus ha ripreso a suonare la più armoniosa delle sinfonie, grazie ai suoi primi violini (i signori con il 7 e con il 10), magistralmente indirizzati dal proprio direttore d’orchestra. E ora, Madrid: musica maestro!
Vincenzo Marotta