De Rossi a DAZN: “Sentiamo la pressione e la viviamo male. La Juve? L’avversario più forte che c’è”

Sabato sera sarà Juve-Roma: il big match dello Stadium arriva in un momento non semplice per i giallorossi, alle prese con una stagione altalenante e con un Di Francesco sempre più sulla graticola.
Non è un momento felicissimo neppure per Daniele De Rossi, alle prese con un serio infortunio proprio quando la Roma avrebbe bisogno del suo capitano. 

Il centrocampista italiano ha affidato ai microfoni di DAZN le sue sensazioni.

IL BILANCIO
Quando ero piccolo avrei firmato in qualsiasi modo per fare la meta’ delle partite che ho fatto in serie A, sono un privilegiato. Ho fatto il lavoro che amavo, nella citta’ che amavo, con le persone che amo. Mi pesa guardare sotto il burrone, perchè la fine è vicina, soprattutto in questo momento di infortunio, ho assaporato cosa significa stare lontano dalla squadra. So che mi farà male quando smetterò definitivamente di fare questo lavoro. Che manchino sei mesi, un anno, o tre anni, comunque nell’arco di una carriera siamo agli sgoccioli”.

LA PRESSIONE E IL BIG MATCH CON LA JUVE
Abbiamo talmente tanta pressione ultimamente che non viviamo bene l’attesa di Juve-Roma. Abbiamo tanti pesi sulla schiena, siamo in un momento delicato perchè sappiamo che dobbiamo fare meglio di quello che stiamo facendo. Siamo tutti sotto osservazione, mister compreso, e lo sappiamo. Vogliamo fare una grande partita più per noi che per l’importanza della sfida stessa. Poi se andiamo nel dettaglio sappiamo che le pressioni non sono solo sulla nostra situazione di gioco, ma anche per l’avversario che avremo, il più forte che c’è”.

IL FUTURO E IL SOGNO DA ALLENATORE
“Ho questo sogno di fare l’allenatore e se devo pensare a tutte le cose che deve fare un allenatore, la cosa che mi spaventa di più è quella di dover fare 100 interviste a settimana. Mio padre mi dice che fare l’allenatore è bello, ma è un lavoraccio (ride). Lui è un maestro proprio perchè non ha avuto mai l’ambizione di diventare il nuovo Guardiola, Sacchi o Mourinho. Da lui posso imparare tante cose, anche come si sta al mondo quotidianamente. Non so se sarò capace ma viaggerò e studierò per imparare”.

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