“Sarà una partita fisica, quindi ci vorrà molta calma” aveva detto Massimiliano Allegri alla vigilia del Derby della Mole. Come al solito il mister livornese si è dimostrato una sentenza. Proprio così è andata la gara. La Juventus ha sofferto il pressing avversario, la cattiveria granata. Mazzarri l’ha impostata sul fisico, non poteva fare altrimenti: il Toro attraversa un ottimo momento, la Juve invece sembra stanca, soprattutto dopo aver giocato solo 3 giorni prima nel freddo di Berna.
FISICITÀ E PRESSING
Da squadra con singoli molto tecnici e nel complesso ottime doti tattiche, la Juventus si trova sempre in difficoltà quando davanti a sé ha squadre che impostano la partita sul fisico. In stagione era già successo di soffrire con Genoa e Empoli proprio a causa dell’aggressività e del pressing, tanto che appunto gli unici due punti lasciati per strada dalla squadra di Allegri coincidono con la gara contro i rossoblu.
Il Torino ha giocato una gara dura, sporca, pressando molto e mettendo in seria difficoltà la Juve. Tanti i contrasti, tante le palle intercettate, tanta la fisicità messa in campo dai granata. I bianconeri hanno sofferto la grinta avversaria, e complici molti errori in fase di impostazione sono risultati poco lucidi e brillanti per quasi tutti i 90 minuti.
LA CALMA È LA VIRTÙ DEI FORTI
Calma è quello che predica sempre Allegri. Come un oracolo, anche questa volta le parole pronunciate alla vigilia sono risultate più azzeccate che mai. Proprio con pazienza e calma i bianconeri sono riusciti a trovare il vantaggio. Appena il Toro è calato d’intensità, la Juventus ha preso in mano le redini della partita. Il vantaggio comunque è arrivato solo al 70′, quando Ichazo è entrato malissimo su Mandzukic, regalando un calcio di rigore ai bianconeri, poi realizzato da Ronaldo. La Juventus è comunque stata brava ad aspettare, a soffrire senza però concedere occasioni particolari al Torino, a sfruttare il calo fisico granata e a colpire. Ancora una volta la squadra di Max Allegri ha dimostrato di essere capace di soffrire, di lasciare le redini del gioco in mano agli avversari, ma poi di sfruttare il calo e di colpire nel momento migliore, portando a casa la gara. Cinica e determinata, ancora una volta: non si fanno a caso 46 punti in 16 partite.
Josephine Carinci