Cristiano Ronaldo, attaccante della Juventus, ha rilasciato una lunga intervista a La Gazzetta dello Sport. Ecco le parole del campione portoghese.
LE PRIME IMPRESSIONI NEL MONDO BIANCONERO
“Sono molto felice di essere qui. La città è molto carina, i tifosi molto gentili e la Juventus è un club fantastico, con un’organizzazione stupefacente. Qui i giocatori sono umili, lavorano molto. La mia impressione finora è fantastica. Questo è il miglior gruppo in cui abbia giocato. Qui siamo una squadra, altrove qualcuno si sente più grande degli altri invece qui sono tutti sulla stessa linea, sono umili e vogliono vincere. Se Dybala o Mandzukic non segnano, li vedi comunque felici e sorridenti. Per me è bello, percepisco la differenza. Anche a Madrid sono umili ma qui… sento che lo sono di più. È molto diverso da Madrid, questa è più una famiglia”.
LA SCELTA DI ARRIVARE ALLA JUVENTUS
“Vedo che scrivete di James, di Bale, di Asensio ma sono onesto, la Juventus non ha bisogno di altri giocatori. Dovete parlare col presidente. Per il futuro, non so. Marcelo è forte, noi apriamo le porte ai buoni giocatori e Marcelo è uno di loro. La Juve la scelta migliore possibile? Avevo alcune opzioni, non dirò quali ma le avevo. Ho pensato che la Juve è un club stabile, ha storia, ha fatto due delle ultime finali di Champions, ha vinto il campionato per sette volte di fila. Ho pensato a quello che ho provato quando ho giocato qui, l’atmosfera. Sono stati piccoli dettagli a fare una grande differenza. La stabilità, l’approccio del presidente, i tifosi. Ora sono sicuro al 100% che era la migliore opzione”.
LE DIFFERENZE CON LA SPAGNA E L’OSSESSIONE CHAMPIONS
“La mentalità in generale in Italia è diversa, qui le squadre si preoccupano più di difendere che di attaccare. Anche l’organizzazione è diversa. In Spagna c’è più relax, qui siete più concentrati, seri, lavorate più duro. Questo non è uno sport individuale, io sono sicuro del mio potenziale ma lo sport resta collettivo. Io dico sempre che la Champions non può essere una ossessione, bisogna pensarci con tranquillità. Al Real sono stati molti anni senza vincere la Decima ed era un’ossessione molto grande”.
Il SOGNO CHAMPIONS E IL DERBY CON IL TORINO
“Faccio queste gare con Dybala, Mandzukic, Khedira e nel 99% dei casi vinco, magari c’è il momento in cui puoi vincere è quello in cui ti rilassi mentalmente. La Champions è un sogno? Sì, tutti la vogliamo, ma dobbiamo arrivarci passo per passo. Guardate la partita con lo United, se fosse stato un quarto di finale saremmo usciti. Servono un po’ di fortuna, il momento giusto, i dettagli. Il derby? Uno dei magazzinieri stamattina mi ha detto: “Per favore, vincete col Torino, altrimenti mia nonna…”. Ho realizzato che gli juventini si rifiutano di perdere due partite: quella con l’Inter e quella col Torino. Un derby è sempre bello e noi dobbiamo vincere”.
IL ‘DUELLO’ CON MESSI
“Messi? Questa non è una gara. Io faccio il mio lavoro, ho avuto successo in ogni club e questa è la cosa più importante. Non mi piace quando mi paragonano ad altri, non è giusto. I numeri parlano, se guardate le statistiche vedete. Io ho provato di poter avere successo con tutti i club e con la nazionale, non devo dimostrare nulla. Ho anche cambiato vita, sono uscito dalla zona di confort, ho accettato questa sfida e tutto è andato bene. Ho creduto in me e provato alla gente che sono ancora un giocatore incredibile”.
MASSIMILIANO ALLEGRI
“Allegri è molto professionale, serio, un ottimo allenatore, un tipo molto divertente. Una delle migliori qualità è che parla diretto, fa i nomi. Non capita che dica qualcosa e la gente si chieda a chi si riferisce. Una volta ha detto a uno di noi: “Non dribblare, il tuo lavoro è correre e passare”. È molto onesto. Ti viene da pensare “oh questo non può dirlo”, però lui lo dice. E poi sorride, ti abbraccia, è molto intelligente, professionale e divertente allo stesso tempo”.
L’APPELLO A MESSI
“A Messi manca un po’ a CR7? No, magari manco io a lui… Io ho giocato in Inghilterra, Spagna, Italia, Portogallo, nella nazionale, mentre lui sta sempre in Spagna. Magari ha più bisogno lui di me… Per me la vita è una sfida, mi piace e mi piace far felici le persone. Mi piacerebbe che venisse in Italia, un giorno. Faccia come me, accetti la sfida. Però, se è felice lì, lo rispetto: è un fantastico giocatore, un bravo ragazzo ma qui non mi manca niente. Questa è la mia nuova vita e sono felice”.
IL PALLONE D’ORO
“In campo io cerco di migliorare in tutto, se non ti alleni perdi il tocco. Qui alla Juve imparo cose diverse in termini fisici, emozionali, di mentalità. Ad esempio, mi sto ancora adattando a Mandzukic, a Dybala, a Douglas Costa, agli altri. Il Pallone d’Oro? “Penso di meritarlo tutti gli anni, lavoro per quello, però se non vinco non è la fine del mondo. Rispetto la decisione. In campo ho fatto di tutto per vincerlo, i numeri non mentono, però non pensate che io sia meno felice se non vinco. Ho amici fantastici e ho la famiglia, gioco in uno dei club migliori, pensate che vada a casa e mi metta a piangere?”.
This post was last modified on 10 Dicembre 2018 - 21:22