Nell’elogio a Mario Mandzukic ci deve, necessariamente, essere tutto quello che è.
Ci devono stare le sue qualità migliori, ma anche i suoi punti deboli. E poi le espressioni del suo viso, quelle che ti fanno capire quanto parlare non sia sempre la scelta migliore da fare.
Perché ci sono serate in cui servono fatti, risultati. Serate in cui l’atmosfera da competizione hard la respiri a pieni polmoni, te la godi e ne vuoi ancora. Ecco, Mario Mandzukic non si nega mai. Si concede, non si centellina mai. Riesce a portare concretezza qaundo tutto il resto sembra troppo astratto. Sempre ai primi posti nella lista dei giocatori ai quali non rinunceresti mai.
Poche velleità, poca forma, ma tanta sostanza. Come la sua qualità migliore: riuscire a non dare mai punti di riferimento agli avversari, essendo praticamente in ogni parte del campo.
Dinamico, grintoso, sempre col mordente a mille, sempre con la stessa voglia. E il gol è solo l’ennesima conferma di quanto sia fondamentale essere al posto giusto, al momento giusto. E non è mai per caso.
Ed essere decisivi diventa una conseguenza inevitabile. Perché destabilizzare gli altri è una carta vincente che non tutti possono giocare.
Al di là delle gerarchie, delle fantasie, delle occasioni sprecate e di quelle passate troppo in fretta: stasera, il protagonista, è ancora una volta lui.