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Tutto quello che non deve mancare: la testa

“Questa è una partita da vincere, indipendentemente da come si gioca – così Massimiliano Allegri aveva caricato la squadra prima della partita, come ha raccontato il mister bianconero nel post partita. Non è stata la Juventus migliore dall’inizio del campionato: né bella, aggettivo che eravamo abituati a dare al gioco dei bianconeri negli ultimi incontri, né tanto meno brava e concreta. Una brutta Juve per molto tempo, possiamo dirlo bene, al Carlo Castellani di Empoli. Ma come succede spesso, grazie al talento, alla voglia di vincere e, in questo caso, alla presenza in campo di un fuoriclasse assoluto che porta il nome di Cristiano Ronaldo, la squadra di Max Allegri si è messa sui binari giusti. O quantomeno è sembrato così.

TESTA FUORI DAL MATCH

Gli ultimi 10′ della partita, compreso il recupero, hanno dato una dimostrazione di quanto la Juventus possa essere la sua antagonista principale. Perché, semplicemente, in quel periodo non è stata la Juventus. Fuori dal gioco, non concentrata, incapace di tenere un pallone per più di qualche secondo. La gestione degli ultimi minuti, quella tanto amata da Massimiliano Allegri, non c’è stata. O meglio, è stata pessima. Tanto che i bianconeri hanno concesso tutto quello che non si deve concedere nei concitati minuti finali, vale a dire calci d’angolo e calci di punizione, con conseguenti possibilità di mischia. Insomma, uno spettacolo che non si è abituati a vedere, visto che in situazioni del genere, la calma e la serenità inculcate dal tecnico toscano hanno sempre prevalso.

CHE SIA SOLO UN CASO

La rabbia di Allegri, che non ha nemmeno guardato l’ultima occasione dell’Empoli, andando anzitempo negli spogliatoi, è ampiamente giustificata. Queste mancanze di lucidità possono costare caro, perché sono queste le partite che indirizzano i campionati. L’anno scorso, i punti persi con il Crotone, con la Spal e in altre partite contro le cosiddette provinciali, hanno fatto sì che i bianconeri fossero sempre sotto attacco dal Napoli. Quest’anno, con una rosa così ampia e una qualità tanto maggiore rispetto a quella degli avversari, queste situazioni non possono accadere. Che sia solo un caso, dunque: perché la maturità e la forza di una squadra passano anche dall’avere la spia concentrazione sempre accesa.

This post was last modified on 28 Ottobre 2018 - 13:03

Luigi Fontana

Sono nato nel 1997 e sono laureato in Ingegneria Informatica. Il calcio è la mia più grande passione e scrivere è lo strumento che utilizzo per manifestare le mie idee e le mie emozioni. "Alcuni credono che il calcio sia una questione di vita o di morte. Sono molto deluso da questo atteggiamento. Vi posso assicurare che è molto, molto più importante di quello".

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Luigi Fontana