Se non ora, quando?

Si respira una strana aria allo stadio. Non può non essere così, in fondo: Marotta e la Juventus decidono di divorziare, all’improvviso; la curva è in sciopero e alla prossima gara in casa sarà chiusa. L’atmosfera è surrealistica. Il campo, però, è altra cosa e la squadra, svincolata dalle pressioni esterne, ha dimostrato per l’ennesima volta di aver voltato pagina rispetto al passato.

Sono nove su nove da inizio anno, ma il dato che risalta di più è che contro le squadre modeste non si fa fatica a prendere in mano le redini della gara. Non vengono regalati eccessivi brividi ai tifosi, la condizione atletica da dopo la gara con il Parma sembra aver raggiunto progressivamente il livello richiesto e c’è finalmente alchimia tra i reparti. Il discorso risalta ancor di più in Champions. La maggiore consapevolezza dei propri mezzi tecnici ha determinato il definitivo salto di qualità di una squadra che da dopo Cardiff è sempre stata alla incessante ricerca di sé.

QUEL PRECEDENTE DA MIGLIORARE

Il vero test sarà a Manchester – nonostante la condizione attuale dei Red Devils non desti particolari preoccupazioni – ma quello che è stato fatto fino ad ora testimonia il successo parziale di un nuovo modo da parte della Juventus di concepire il suo gioco. Lo scorso anno si iniziò la competizione ricevendo tre gol da un Barcellona forse addirittura più debole di quello sconfitto l’anno precedente. Quest’anno, alle prime due, cinque gol fatti e zero subiti. Un precedente simile è da ritrovare nella stagione 2016/2017, quando durante le due gare d’esordio i Bianconeri segnarono quattro gol prendendone zero.

Allora, tuttavia, e qui il precedente diventa ancora più incoraggiante, in una situazione decisamente speculare, la prima partita in casa contro il Siviglia terminò con un pareggio. Quest’anno, a Valencia, Allegri è riuscito a strappare un convincente 2-0. Due anni fa quell’inizio maturò nella finale di Cardiff. Quest’anno ci si può finalmente migliorare: i risultati, infatti, sono accompagnati dalla convinzione di possedere gli uomini adatti a portare a termine una grande impresa, laddove fino alla passata stagione vi era comunque una persistente sensazione di incompletezza. Aggiungi che le dirette concorrenti sono quasi tutte inciampate in questo turno, insomma: se non ora, quando?

 

Vincenzo Marotta

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