La straordinaria evoluzione di Federico Bernardeschi
Nelle favole lette e rilette prima di andare a dormire, figurava spesso l’immagine dell’eroe: una figura valorosa e piena di coraggio, in grado di superare mille peripezie prima di raggiungere la sua destinazione. Con i giusti paragoni, non possiamo che evidenziare nella nostra storia l’incredibile percorso evolutivo compiuto da Federico Bernardeschi, passato dall’essere una lussuosa riserva nella scorsa stagione un elemento imprescindibile nello scacchiere di Massimiliano Allegri.
Sbarcato all’ombra della Mole con l’etichetta di “giovane promessa” e con un assegno di 40 milioni da versare alla Fiorentina, il talento di Carrara ha assaporato l’ambiente Juventus con grande umiltà e spirito di dedizione. Mai una parola fuori posto, mai un atteggiamento denigratorio: testa sulle spalle e voglia di lavorare per entrare perfettamente nei meccanismi di gioco bianconeri. Alla Juve è dura avrà pensato Federico, ma nulla può fermare la sua ambizione di calcare da protagonista palcoscenici così importanti.
Il primo gol con la casacca bianconera sul campo dell’Atalanta, la sentenza fondamentale per il passaggio del turno contro l’Olympiacos, la punizione strappa fischi allo stadio Franchi di Firenze. Tre fotografie ad inquadrare e dipingere la scorsa stagione del numero 33, una stagione arricchita dalla quarta Coppa Italia consecutiva e soprattutto dal settimo Scudetto. Un’annata comunque poco felice per Bernardeschi, partito quasi sempre dalla panchina e in rarissimi casi da titolare.
Stagione 2018/19. Le ombre di un anno fa, però, hanno subito lasciato posto ad uno straordinario gioco di luci con il taglio del nastro del nuovo campionato. Gol decisivo, quello del 3-2, nell’ostica trasferta in casa del Chievo Verona, tanti elogi per alcuni miglioramenti balzati agli occhi anche dei più critici. Con la giusta dose di umiltà e di tenacia, Bernardeschi ha saputo ritagliarsi il proprio spazio da protagonista, conquistando un posto in prima fila in questa Juventus al fianco di Mandzukic e Cristiano Ronaldo.
Contro il Valencia, questa sera, l’esterno carrarese ha dovuto compiere dei veri e propri straordinari, con l’espulsione avventata di Ronaldo a complicare fin da subito i piani di Chiellini & Co. Il 2-0 del Mestalla è anche un po’ suo: pressing alto sui portatori di palla e tanti, tantissimi palloni recuperati. Perchè vedete, Bernardeschi non è solo l’assist, non è solo un mancino da fuoriclasse, è molto, molto di più. È la dimostrazione che la perseverenza paga sempre, che il motto puramente bianconero del ‘fino alla fine’, ovviamente, non è casuale ma una questione di mentalità vincente.