Non ci siamo. O meglio, non ci siamo più. “Così non va(r)”, direbbe qualcuno. Non si tratta più del semplice episodio arbitrale, di un errore ‘chiaro ed evidente’, come recita la normativa, che non viene segnalato dall’addetto al monitor, ma di una sorta di alone misterioso attorno allo strumento tecnologico che non si riesce più a spiegare. Le parole di Nicchi di ieri sera sono incomprensibili: “Non è cambiato il protocollo”.
ERRORI GIGANTESCHI
Ok, allora ci venga spiegato cosa è cambiato. Perché l’involuzione è, per dirla come l’IFAB, chiara ed evidente. Non solo non vengono ravvisati falli da rigore che, all’occhio di qualsiasi telecamera, sono clamorosi, non solo non vengono segnalati gravi falli da gioco che potrebbero portare all’espulsione, ma siamo dinanzi a qualcosa che sembra non aver nessun tipo di spiegazione. In Spal-Atalanta si è raggiunto l’incredibile, quando l’arbitro Mariani ha commesso un errore di tipo ‘geografico‘: ha fischiato un fallo fuori dall’area quando era dentro di essa. In questi casi, non c’è bisogno nemmeno della review: il VAR (Calvarese, designato a Ferrara) non è, però, nemmeno intervenuto. Semplicemente allucinante.
#SpalAtalanta, calcio di punizione fischiato da Mariani.
Il #VAR Calvarese non corregge il collega (fallo in area di rigore).Oggettivamente sta diventando impossibile capire che diavolo stia succedendo… pic.twitter.com/cAofa6pKs6
— Luca Marelli (@LucaMarelli72) 17 settembre 2018
VOGLIAMO UNA SPIEGAZIONE
Ciò che si chiede è semplicemente una spiegazione. Perché in Italia ci siamo battuti tanto per avere il VAR. Perché al Mondiale ha fatto un figurone. Perché ci battiamo continuamente affinché la UEFA lo introduca in Champions League e continueremo a farlo appena un’italiana subirà un piccolo torto arbitrale in Europa. Eppure, in Italia la tecnologia è stata involuta. Anzi, è stata praticamente demolita. È colpa del nuovo protocollo? C’è qualcos’altro che non sappiamo? Basta semplicemente dirlo, e si troverà sicuramente una soluzione, che sicuramente non è quella di rimanere in un oscuro silenzio.
Se l’anno scorso, il tifoso italiano immaginava che la decisione dell’arbitro sarebbe stata quasi sicuramente corretta perché aveva un supporto, quest’anno invece non è così: in sole quattro giornate gli errori sono stati tanti, e di qualsiasi tipo. Che senso ha, allora, il VAR? In questo momento è come se non ci fosse. E no, non va per niente.