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Editoriale

L’attacco è la miglior difesa? Il cambiamento della fase difensiva di Allegri

Come si inverte una tendenza radicalmente consolidata senza che nessuno se ne preoccupi? Chiedetelo a Max Allegri. Il tecnico bianconero è riuscito a prendere la Juve che aveva costruito, smontarla, rimontarla e cambiarle natura, solo inserendo Ronaldo in attacco e ottenendo nuovamente Bonucci in difesa.

Che cos’era la Juventus di Allegri? La “vecchia Juve” era una squadra che aveva costruito i suoi successi sulla solidità difensiva, sulla BBC, sui continui ripieghi di Mandzukic a sinistra, sulle chiusure al limite dell’area di Khedira. In generale, Allegri ha preso il vecchio catenaccio all’italiana rimaneggiandolo, mischiandolo con lo stile del Cholo: far giocare male gli altri, colpire con improvvise accelerazioni e addormentare la partita. Forse non un bellissimo gioco, sicuramente un gioco estremamente funzionale: 4 scudetti, 2 finali di Champions, un’eliminazione ai quarti al 94′ contro il Real Madrid (sì, quello in grado di vincere 3 Champions League di fila).

Sicuramente la solidità difensiva è una parte fondamentale di una squadra per puntare alla vittoria, sicuramente non è l’unica. Prendiamo un esempio. Due tra le difese più solide di Europa degli ultimi anni sono state proprio quelle della Juventus di Allegri e del Real Madrid di Zidane. Qual è stato il discriminante principale nella finale di Cardiff, quando le due squadre si sono finalmente scontrate? I terzini. Quando Zizou ha chiesto a Marcelo e Carvajal all’inizio del secondo tempo di spingere, la partita è cambiata. E tutti sappiamo come sono andati quei secondi 45 minuti.

Guardiamo ora questa nuova Juve. Cancelo al posto di Lichsteiner, Bonucci che rientra nei quattro titolari prendendo il posto di Benatia, Emre Can per dare nuova energia al centrocampo che ha subito il calo fisico di Khedira dell’anno scorso, Cristiano Ronaldo al posto di Higuain. Aggiungete un Alex Sandro che sembra quasi tornato ai livelli di due anni fa, che vale come un acquisto (soprattutto vista la cessione di Asamoah).
La prima cosa che salta all’occhio, a livello di nomi, è (oltre all’attenzione che attira Cristiano) la presenza di un terzino prevalentemente di spinta come Cancelo (la cui riserva sembra essere Cuadrado) senza dimenticare che Bonucci, con le sue giocate difensive, aiuta a tenere la squadra corta in uscita dal pressing e permette di sfruttare al meglio le qualità di palleggio della squadra anche nella propria metà campo. A livello di gioco, invece, si nota sicuramente un dato fondamentale: i terzini che spingono sempre (forse principale motivo di questa parvenza di rinascita di Sandro) ed il possesso palla. Questa è una Juve che fa del possesso palla nella metà campo avversaria la sua arma principale, la sua solidità difensiva. Cristiano, Dybala, Bernardeschi, Douglas Costa sono la solidità difensiva, Mandzukic è la quantità che prova a dare equilibrio ad una Juve votata all’attacco. Chievo-Juventus: 73% di possesso palla dei bianconeri. Juventus-Lazio: 57% di possesso palla. Parma-Juventus: 69% di possesso palla. Se gli altri non hanno la palla, è difficile che segnino più goal di te.

La Juve riesce a coprire tutto il campo con la qualità di palleggio e con le coperture dettate dai movimenti di tutti i giocatori, mantenendo la squadra compatta senza dover correre continuamente per tutti i 90 minuti (chiedete a Sarri perché questo è un fattore importante).

In queste prime partite la “nuova Juve“ è ancora in fase di rodaggio, ma Allegri ci ha già fatto capire come proverà a far girare gli schemi quest’anno. Se è vero che l’attacco è la miglior difesa, aspettiamoci grandi cose. Da grandi nomi derivano grandi responsabilità.

 

Nicola Cavagnetto

This post was last modified on 4 Settembre 2018 - 11:27

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