E se il “flop” di Ronaldo fosse causato da egli stesso?

Archiviata anche la seconda giornata per la Juventus, la prima in casa, forse la più attesa. La gara in cui da Ronaldo ci si aspettavano due goal, forse tre. La gara in cui Cristiano voleva regalare ai propri nuovi tifosi la prima esultanza della stagione. Così come contro il Chievo, però, ciò non è accaduto. CR7 a secco dopo 180 minuti di gioco. Anche oggi è stata decisamente positiva la prestazione del portoghese, forse meno rilevante rispetto a sette giorni fa, ma partita decisamente più che sufficiente. Cristiano chiede palla, si inserisce, si smarca, inventa assist e punta l’avversario in modo quasi fantascientifico.. ma allora perché non riesce a far goal? La risposta può essere molto più semplice del previsto.

Il così detto “effetto Ronaldo” trae e trarrà tantissimi giovamenti alla Juventus, ma allo stesso modo, rischia di causarne l’effetto contrario. Questo perché, nel calcio, contano tanto le emozioni, gli stati d’animo e soprattutto conta tanto chi hai di fronte. Ne sono esempio vivente Sorrentino e Cacciatore, protagonisti di una gara superlativa nel match del Bentegodi. Questo perché dover marcare un calciatore come Cristiano Ronaldo ti dà tanta responsabilità quanto forza, ti fa sentire in grado di farlo, e se riesci a stopparlo anche solo una volta, ti rendi conto che anche lui è umano come te. Stessa cosa è valsa quest’oggi per la difesa della Lazio, abbiamo assistito forse alla miglior partita di Wallace in serie A. Questo perché? Perché aveva il compito di tenere un attaccante qualsiasi? No, questo perché doveva riuscire nell’apparente folle impresa di stoppare Cristiano Ronaldo.

Però questo Ronaldo guardatelo bene in ogni istante di partita, anche quando il gioco è fermo. La sua faccia dopo il raddoppio diceva davvero tutto, non era felice per il 2-0 della sua squadra, ma era arrabbiato con se stesso per non essere riuscito a siglare personalmente quel goal.
Oppure guardatelo al novantesimo minuto. Si è sopra di due goal, tutti fanno girare il pallone per far scorrere gli ultimi istanti di gara, ma lui no. Lui chiede palla perché vuole fare goal, una rete forse inutile per la squadra, ma fondamentale per sé stesso.
Di conseguenza, prima di criticare uno dei calciatori più forti della storia, pensiamo a cosa lo porta a sbagliare. Pensiamo al fatto che la Serie A sia il campionato più complicato al mondo, pensiamo al fatto che quest’uomo, quando troverà il goal, non smetterà più di farne.

Alessandro Zanzico

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