Alcune storie meriterebbero un oscar, altre avrebbero bisogno semplicemente di un romanzo per essere raccontate. E’ il caso di Diego Roberto Godin Leal, difensore centrale classe ’86 dell’Atletico Madrid, nel mirino della Juventus da tempo. Un difensore roccioso, solido, difficile da superare, che fa della garra la base della sua forza. Non a caso ai colchoneros, guidati dalla rabbia sportiva di Simeone, uno che la “garra” la conosce. E non poco.
Prima il Defensor, poi il Cerro per ottocentoquaranta pesos o poco più. In mezzo alle due esperienze una profonda crisi che aveva portato Diego ad abbandonare il sogno che lo accompagnava sin da bambino: fare il calciatore. Tanto che il padre voleva iscriverlo al liceo, inconscio del talento del figlio. Ma il Cerro vide in lui qualcosa di diverso e lo rilanciò: in primis spostò la sua posizione da attaccante a volante, salvo poi dare alla “Torre” la posizione naturale, il difensore centrale. La carriera di “El Faraon“- soprannome attribuitogli da un telecronista del Cerro durante un’amichevole contro l’Egitto- non si fermerà mai più. Prima il Nacional, poi l’approdo nel calcio che conta, al Villareal, dove trovò subito le redini della retroguardia del sottomarino assieme a Gonzalo Rodriguez. Nel 2010, poi, firmerà con l’Atletico Madrid: subito un trofeo con Flores in panchina, contro l’Inter in Supercoppa, poi l’esonero del tecnico e la svolta definitiva. Al posto di Quique Sanchez il Cholo Simeone, che renderà Godin perno invalicabile della difesa dell’Atletico. Un matrimonio meraviglioso: El Flaco Godin (soprannome datogli ai tempi del sottomarino) ed il condottiero Simeone. Una squadra, l’Atleti, che diverrà ben presto figlia del proprio allenatore: gagliarda, operaia, combattente, furiosa. “Lottare su ogni pallone come fosse l’ultimo“.
“Stagione 2013-14, ultima giornata. Atletico in vetta alla classifica, Barcellona secondo a meno tre. Al Camp Nou c’è Barça-Atleti. Sanchez manda in estasi i 90mila blaugrana, ma alla fine del primo tempo, in occasione di un calcio d’angolo, svetta Godin che regala il pareggio e l’1-1 finale. La squadra di Simeone è campione di Spagna. Diciotto anni dopo l’ultimo successo”. Poi la Nazionale, l’amore della vita di Godin, divenutone El Capitan, indossando la pesantissima fascia di Varela. Leader tecnico e carismatico della Celeste.
Veniamo al presente. Il calciomercato regala imprese, nostalgia, speranza e certezze. La Juventus starebbe provando a prelevare il centrale dai colchoneros, visto il contratto in scadenza nel 2019. La cifra dovrebbe essere tra i 25 e i 30mln di euro, non un problema per i bianconeri, assoluti protagonisti in questa sessione. Prima, però, la cessione di un centrale, con Rugani sempre più vicino al Chelsea di Sarri. Operazione, secondo molti, poco conveniente alla Vecchia Signora, data l’età di Godin. Sicuramente Diego non è più giovanissimo ma è una certezza: esperienza, carisma, grinta, forza fisica mostruosa, doti da leader innate. Con Chiellini formerebbe una delle migliori coppie in circolazione. Permetterebbe a Caldara di non dover subire il peso della Champions. E Benatia? Rimarrebbe e si alternerebbe. Mai come quest’anno la Juventus ha l’obbligo di puntare a tutte le competizioni con convinzione. La rosa è ampissima e di qualità assoluta. Allegri lo sa e dovrà dare spazio a tanti elementi di fama mondiale. Avere uno come Godin non farebbe che aumentare questa consapevolezza. Di contro potrebbe esserci la cessione di un giovane di belle speranze come Rugani, che in ogni caso è vicino ai blues e il fatto che Caldara giocherebbe sicuramente meno. Eppure El Capitan serve. Una guida. Un Virgilio per la passione bianconera. Magari senza fascia. Ma con il carisma di sempre. Quello che l’ha portato a realizzare sogni impossibili e diventare uno dei migliori centrali al mondo. Nulla è impossibile. Specie se ti chiami Diego Roberto Godin Leal.
Francesco Ricciardi
This post was last modified on 19 Luglio 2018 - 11:31