Ripartire da casa propria: l’unica ricetta per confermarsi grandissimi

Juventus – Sampdoria: il campionato come porto sicuro per mente e gambe – Ha fatto sognare, la Juventus. No, senza una partita leggendaria, oltre le proprie possibilità: la Juventus, a Madrid, ha giocato da Juventus, spingendo al momento giusto e soffrendo quando non si poteva fare altrimenti. Ma non è bastato, perché a volte neanche dare il massimo serve a farti entrare nella storia. Il rigore di Ronaldo brucerà per molti anni, forse per sempre, ma vivere nel passato, nel calcio, non ha senso: se ti chiami Juventus, poi, esiste solo l’immediato futuro. Per trasformarlo in presente, possibilmente glorioso.

BUFFON CI SARÀ, E CI DEVE ESSERE

Protagonista assoluto in campo, con almeno tre parate salva-risultato. Per sua sfortuna, però, personaggio da prima pagina anche nell’immediato post-gara: dichiarazioni forti (troppo) in un momento che meritava maggiore lucidità. Ma Gigi Buffon ha lasciato il Bernabeu (e la Champions League) applaudito – da tutto il pubblico, come fu con Del Piero – e non semplicemente espulso.

Ha tanta rabbia addosso, tanta voglia di non sfigurare nemmeno a 40 anni, nemmeno dopo il suo primo cartellino rosso in Champions League, neanche dopo un’eliminazione cocente e, probabilmente immeritata. Pertanto, è difficile credere che Allegri decida di farlo riposare proprio ora: a Benevento ha già giocato Szczesny, dunque il palcoscenico è (e dev’essere) tutto del numero uno dei numeri 1.

MANDZUKIC: DA FUORI CONTESTO A MINA VAGANTE

L’anno scorso, da gennaio in poi, è stato l’uomo in più della Juventus. Avanti, dietro, al centro, sulla fascia, a centrocampo per impostare o sul secondo palo per concludere. Poca differenza: Marione c’era sempre. Quest’anno, invece, prestazioni troppo spesso al di sotto dei suoi standard, tra cui quella opaca del Ciro Vigorito. Poi, quando meno ce lo si aspettava, la prova sontuosa di Madrid. Due gol di testa, ‘alla Mandzukic’, e tanto cuore: insieme a Douglas Costa, Khedira e Matuidi, di sicuro l’uomo più “europeo” dell’undici bianconero.

Contro la Samp, il croato parte da “variabile impazzita”: stanchissimo nel finale contro il Real, potrebbe lasciare spazio a quel Cuadrado che non è riuscito a dare il proprio contributo nella sfortunata trasferta spagnola. Ma Allegri rinuncia sempre malvolentieri a Mandzukic, e il motivo è semplice: basta guardare indietro a mercoledì sera, andando a notare che – da parte del croato – c’è qualcosa che negli altri non si può trovare. Garra, strapotere fisico, esperienza: qualità indispensabili, soprattutto nei momenti critici di una partita (e di una stagione).

Domenica alle 18, dunque, Allegri e la Juventus ripartono dalle loro certezze, l’unico, vero porto sicuro per confermarsi grandissimi: la quasi impresa del Bernabeu ha donato ulteriore consapevolezza al gruppo, che adesso è chiamato all’ennesima prova di strapotenza.

Campionato e Coppa Italia, d’altronde, sono lì ad aspettare il suo più avvezzo padrone.

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