Rassegna stampa – Sui quotidiani sportivi quest’oggi in edicola, tanto spazio – giustamente – alla vittoria di Sebastian Vettel in Bahrain e approfondimenti sulle partite di Serie A disputatesi ieri. C’è da avvicinarsi, però, anche al ritorno di Madrid, dove la Juventus sarà chiamata ad un’impresa ai limiti del titanico. Mancherà lo squalificato Dybala, che sabato ha siglato la sua terza tripletta in questo campionato: adesso insegue Roberto Baggio.
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Apertura con un approfondimento su Dybala, da ’10’ in Serie A, da rivedere in Europa. La prima stagione con il dieci – si legge – può essere già da dieci, almeno in campionato. La lode è inevitabilmente collegata ad una prestazione stile Benevento pure in Champions League, ma Paulo s’è giocato la possibilità di esserci al ritorno con il rosso ingenuo beccato all’andata e, a meno di miracoli al Bernabeu, l’upgrade europeo è rimandato alla prossima stagione. Però in Italia il nuovo diez continua a fare la differenza, con la faccia da ragazzo perbene, devotissimo al culto di mammà, che però diventa sfrontato e implacabile quando gli mettono un pallone tra i piedi.
Paulo non solo è andato oltre il pronostico di Allegri («Non è un goleador, è un attaccante da 15-20 reti all’anno» ma con 25 reti stagionali ha scavalcato il collega-amico Gonzalo Higuain (22). Dopo aver superato se stesso (il record personale era di 23 centri nel 2015-16, primo anno alla Juventus) punta Roberto Baggio, che nel 1990-91, all’esordio con la 10 bianconera, si fermò a quota 27. Gli restano 8 partite (7 di campionato più la finale di Coppa Italia) per spingersi oltre il muro dei 30. Difficile ma non impossibile raggiungere Alessandro Del Piero, che alla stessa età di Paulo fece 32 gol, di cui 10 pesantissimi in Coppa dei Campioni.
Paulo si è fermato a 6 in Europa nel triennio juventino (uno ogni 313 minuti, 72 tiri e 43 occasioni create), briciole in confronto ai 51 dello stesso periodo in A (uno ogni 127 minuti, 20 assist, 294 tiri e 173 occasioni create). Dybala sta al nostro campionato come Cristiano Ronaldo stava alla Juventus martedì scorso all’Allianz: il gigante Gulliver che si muove sicuro in mezzo agli impotenti lillipuziani. In A è secondo dietro a Immobile come media minuti/gol (uno ogni 88 minuti); è sesto come tiri totali (98), dietro a Insigne, Dzeko, Mertens, Quagliarella e Immobile.
Erano 57 anni che uno juventino non faceva tre triplette in campionato: l’ultimo si chiamava Omar Sivori (1960-61), stesso numero e stessa nazione di nascita di Dybala. L’ultimo a farle tutte fuori casa, come Paulo, fu Boniperti nel 1949-50. Tre triplette stagionali negli ultimi 30 anni di A le hanno realizzate pure Van Basten, Signori, Cavani e Di Natale. Dybala ha 8 bonus per regalarne un’altra a mamma Alicia, anche senza un compleanno da celebrare.
Chi gioca contro il Real? – Senza gli squalificati Bentacur e Dybala, il fuori lista Howedes e Bernardeschi non al meglio, Allegri potrebbe riproporre il 4-3-3, ma resta in piedi la tentazione 4-2-3-1: il dubbio principale è tra Matuidi e uno tra Mandzukic e Cuadrado, con Douglas Costa, Higuain, Pjanic e Khedira sicuri del posto. In difesa, spazio a De Sciglio, Benatia, Chiellini ed Alex Sandro davanti a Buffon.
I blancos, intanto, si fermano davanti al muro Oblak: nel derby contro l’Atletico è solo 1-1 (Griezmann risponde, tanto per cambiare, a Cristiano Ronaldo). Zidane ha tenuto inizialmente a riposo alcuni big come Casemiro, Isco, Modric e Benzema, mentre era regolarmente in campo Sergio Ramos, squalificato per mercoledì.
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Il CdS apre, invece, con Gonzalo Higuain, grande ex della sfida che, all’andata, fu ipnotizzato dal miracolo di Navas. Il Pipita fa rotta sul Bernabeu, con una pazza idea in testa: tentare la rimonta impossibile, provare a creare le premesse per un ribaltone che avrebbe dell’incredibile, tentare quantomeno di mettere in discussione le granitiche certezze del Real Madrid. Proprio nel tempio delle Merengues, dove è iniziata la sua carriera europea. Sì, perché, prima dell’epopea italiana con Napoli prima e Juve poi, Gonzalo è stato grande in Spagna, con la camiseta blanca. Con il Napoli non ha mai affrontato il Madrid da avversario; con la Juve, il primo incrocio è stato uno choc, a Cardiff nella finale di Champions dello scorso anno.
Ora Gonzalo vuole regalarsi una notte da ricordare e regalare alla Juve la speranza di un’impresa. Certo, avrebbe preferito che le condizioni iniziali del suo ritorno a Madrid fossero migliori, senza tre gol (a zero) da recuperare. Il secondo incrocio con il Real da avversario, quello di martedì scorso, è stato infatti un altro boccone amaro. Il tentativo di rimonta è ai limiti dell’utopia ma, come ha ricordato Allegri dopo il Benevento, nel calcio nulla è impossibile. E allora serve anche la voglia di rivincita di Higuain per non lasciare nulla di intentato e non lasciare spazio ai rimpianti. Allo Stadium, il 9 bianconero è stato fermato da un miracolo di Keylor Navas, su una palla che avrebbe potuto regalare il pareggio ai bianconeri e magari dare un altro corso alla gara.
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Quella del Bernabeu è sicuramente una missione proibitiva, ma nulla è precluso a priori a questa Juve, capace di mettere in fila sei scudetti, impresa mai riuscita a nessuno, e tre coppe Italia, anche questo traguardo senza precedenti. Inoltre non è nella mentalità di questo gruppo darsi per vinto, come hanno sottolineato in questi giorni molti giocatori, da Marchisio a Dybala.
Recuperare tre reti a questo Real non è semplice, ma c’è chi ci è riuscito. Il Barcellona, superato nettamente non più di un anno fa dagli uomini di Massimiliano Allegri, ha sconfitto 3 a 0 le Merengues al Bernabeu proprio in questa stagione. Era il 23 dicembre, e i blaugrana furono trascinati da Messi che segnò un gol, imitato da Saurez ed Aleix Vidal. Un risultato che i catalani resero ancora più rotondo nel novembre del 2015, quando ammutolirono lo stadio con un 4 a 0 firmato da una doppietta del pistolero Suarez e dalle reti di Iniesta e Neymar. A far sperare c’è anche il precedente di dieci anni prima, quando ancora il Barca si impose 3-0 con un gol di Samuel Eto’o e una doppietta di Ronaldinho, cui il pubblico madrileno tributò una meritatissima standing ovation, onore toccato qualche anno dopo anche ad Alessandro Del Piero, che guidò una Juve certamente meno competitiva ad un successo per due a zero.
Nella storia delle coppe europee sono ben 17 le occasioni in cui una squadra è riuscita a rimontare una sconfitta con tre o più gol di scarto, e l’ultima a farcela è stata proprio il Barcellona nella passata stagione, quando ribaltò il 4-0 patito a casa del Paris Saint Germain, unico caso della storia in cui le reti rimontate furono addirittura 4. La Juve può quindi essere la diciottesima squadra a centrare l’impresa, ma sarebbe la prima assoluta a farlo giocando la seconda gara in trasferta.