Pausa dalle Nazionali; il tempo per alcuni di ricaricare le pile, per altri di sobbarcarsi ore di viaggio e accumulare minuti sulle gambe di cui gli allenatori di club farebbero volentieri a meno. Ma si sa, prima dei Mondiali non ci sono grosse occasioni per testare i papabili 23 di ogni nazionale. E poi? Si entra nel vivo: gli ultimi mesi di stagione, il momento della verità, le prime sentenze. Chi siamo? Dove possiamo arrivare? Domande che ogni squadra si pone, dalla A alla Terza Categoria.
Ci si ributta ferocemente nel campionato, dove i temi rimangono sempre gli stessi: vincere per sperare di staccare il Napoli, vincere perché è l’unica cosa che conta, vincere perché lo scudetto consecutivo numero sette chiama. Ma oggi la situazione era leggermente diversa: oggi la vittoria chiamava a sé la Juventus perché di fronte c’era il Milan. E come se non bastasse solo quello, il Milan di Bonucci.
Qualsiasi cosa possiate pensare, Bonucci è un argomento che non può rimanere neutro. Passano i mesi, si srotolano partite in qua e là in giro per l’Europa, ma alla fine Leo rimane nei pensieri. Chi lo odia, chi non lo rispetta, chi ricorda il buono che ha fatto. Chi nomina la parola tradimento: tradimento di ideali, sensazioni, cuore e reciproca fiducia. Il tradimento è una sensazione tremendamente soggettiva, ognuno di noi gli dà il peso che preferisce. Quando poi il passato ritorna, si reagisce in modi differenti: a volte puoi girare le spalle, puoi sorridere senza gioia, puoi scaricare la rabbia.
Il ritorno di Bonucci allo Stadium era quello che ci si poteva immaginare: una bordata di fischi. Immagino che Leo abbia provato tanta rabbia, rabbia da poter rinfacciare al più presto. E quell’occasione arriva al 28′: angolo dalla sinistra, stacco in mezzo a Barzagli e Chiellini, colpo di testa e rete. La corsa verso la bandierina per dire a tutti di sciacquarsi la bocca, il ricordo di non dover andare da quella parte: quella non è più la sua curva. Deve fermarsi e andare nello spicchio riservato agli ospiti per trovare qualcuno disposto ad esultare per un suo gol.
Poteva essere quella l’immagine da incubo per i tifosi bianconeri. Il gol di Bonucci che trafigge Barzagli, Chiellini e Buffon. Un pareggio che sapeva di occasione persa, e di beffa. Le partite però, si vincono al 90′, non al 28′. Cuadrado e Douglas Costa cambiano la partita, la Juve comincia a giocare meglio di prima. Molto meglio. Arrivano due gol che portano tre punti importantissimi per la corsa scudetto. Lo spauracchio del numero 19 è stato annientato. A questo punto la domanda è d’obbligo: cosa c’è da sciacquarsi dopo un match così?
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