C’è un meccanismo nella mente umana che spinge alla rivoluzione dopo il fallimento. È irrazionale, non ha una vera motivazione. È per lo stesso meccanismo che oggi, sotto sotto, leggendo i convocati di Gigi Di Biagio avremmo voluto vedere tanti volti nuovi. Come se spuntassero alla prima pioggia stagionale. Invece le sorprese sono poche ed è giusto così. È giusto ripartire da Gigi Buffon, un patrimonio invidiato da chiunque. È giusto ripartire da Patrick Cutrone, che patrimonio potrebbe diventarlo.
Sono i due simboli di questo auspicato (e auspicabile) “Rinascimento“. Che, vogliamo ricordarlo, passa solo in parte per il campo. Giusto perché, sempre per qualche strano meccanismo mentale, è facile spegnere i riflettori sui veri problemi dopo la tempesta. Pur vincendo, ci vorrà comunque una governance seria, forte e che faccia gli interessi del calcio. Pur vincendo, ci vorrà uno svecchiamento, quello sì, delle istituzioni. Pur vincendo, ci vorranno manager a coadiuvare uomini di calcio, e magari non politici prestati al pallone. Pur vincendo, ci vorrà il cambiamento che questo movimento anela dal 2006 – anno infausto, a conti fatti, al netto del Mondiale.
This post was last modified on 18 Marzo 2018 - 00:19