L’urna di Nyon a volte è sadica, a volte piacevole. A volte è semplicemente la mano del destino. Quel destino che a Cardiff il 3 giugno consegnò al Real Madrid la 12° Champions League della sua storia e alla Juventus l’amara sconfitta in finale per la 7° volta. Lo stesso destino che, però, passato dalle mani di Andrij Shevchenko, le ha rimesse contro nei quarti di finale.
RIVINCITA? NO, OCCASIONE
Non è una rivincita. In palio non c’è una Champions League, ma un “semplice” accesso alle semifinali della Coppa dalle Grandi Orecchie, se possiamo definirlo così. Per la Juventus è, invece, un’occasione: nel doppio confronto i Galacticos sono sicuramente più affrontabili rispetto alla partita secca, dove storicamente hanno sempre ottenuto risultati migliori. Un match a eliminazione diretta con il Real Madrid è la sfida più affascinante che ci potesse essere, che negli anni ha accompagnato diverse generazioni. I tifosi della Juventus non devono vivere il sorteggio come una sfortuna, ma come un’opportunità di vendetta e di crescita: per puntare alla Champions bisogna passare da queste sfide.
UN ASPETTO POSITIVO: I NUMERI
Quali aspetti positivi ci sono nell’affrontare il Real Madrid in Champions League? Sì, qualcuno risponderà “nessuno” e c’è una possibilità che abbia ragione. Ma sforziamoci a trovarli: i numeri. Sì, perché è vero che nell’ultima partita in cui i bianconeri e i blancos di Spagna si sono affrontati è finita malissimo per Allegri e per i suoi, ma è anche vero che la Juventus, nei doppi confronti con il Real, ha grandissimi numeri. Da quando è arrivato Zidane sulla panchina, infatti, il Real ha alzato il cielo due Champions League consecutive. I Campioni d’Europa in carica non vengono eliminati dal 13 maggio 2015, quando al Santiago Bernabeu si presentò…la Juventus. I bianconeri centrarono l’impresa di mantenere il vantaggio del 2-1 dell’andata e portarono a casa la qualificazione alla finale di Berlino.
Ma non solo. Nei 6 doppi confronti tra le due compagini, per 2 volte ha vinto il Real e per 4 volte la Juventus, le ultime quattro. Oltre alla sopracitata semifinale, ci sono anche i quarti del 1996 (quando poi i bianconeri alzarono la Champions League), la semifinale del 2003 e gli ottavi di finale del 2005.
Insomma, qualcosa di positivo c’è. Ma l’aspetto più positivo è esserci, giocare queste partite, vivere queste notti. La Juventus è anche questo e siamo sicuri che lo vedremo anche in campo.
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