Forza. “Trovare una parola significa penetrare nel buio abissale di sé senza turbarne né riuscire a conoscerne il segreto”. Prosa e armonia di Giuseppe Ungaretti, che di parole se ne intendeva. “Forza” è la parola che, più di tutte, penetra nel corpo della Signora.
Una forza tranquilla, impassibile, quasi stucchevole. Si lascia scivolare addosso le avversarie, con una facilità a tratti irreale. Soffre, perché la sua è una solidità umana, ma della sofferenza si disfa appena tira il fiato.
Anche oggi, contro un’Atalanta tutt’altro che arrendevole, in una partita tutt’altro che decisa, la Juventus ha dimostrato la sua forza.
Forza, prima, quando l’ha sprigionata sul terreno verde, incanalandola nell’esplosività di Douglas Costa e il cinismo di Gonzalo Higuain. Forza, poi, quando ha avuto l’umiltà di stringere i denti. Forza, quindi, per aver diretto una partita troppo importante in porto.
Tuffarsi nella forza bianconera, per dirla con il poeta, non basta per afferrarne il segreto ultimo. Non basta neanche deglutire, respirare, vivere Juventus, ché la sua forza è sempre un passo oltre l’immaginazione.
Adesso servirà ancora, e per ancora tanto, forza. La resilienza dimostrata in campo dovrà accompagnarsi alla solita, solida forza mentale. I bianconeri, come hanno imparato a fare, dovranno rinchiudersi in una bolla, da dove respingere ogni attacco.
Non serve dare lezioni, ché Massimiliano Allegri ne ha date a sufficienza. Ha modellato la Juventus – veramente “sua” – a propria immagine e somiglianza, di una calma disarmante.
Col suo stesso ghigno beffardo, illude l’avversario di poter cadere: ma, in realtà, mantiene prepotente l’equilibrio. E solo chi ha grande forza può.