La Juventus non può essere considerata una semplice squadra, la parola Juventus meriterebbe una pagina intera sul vocabolario Treccani per essere illustrata a fondo. È un concetto ampio, ampissimo.
È il concetto del “più sanguino e più divento forte”, come detto ieri da Buffon in conferenza stampa, è il concetto del #FinoAllaFine, del non mollare mai, dell’essere tutti difensori, centrocampisti e attaccanti in una sola partita.
È Andrea Barzagli che a 37 anni spazza una sanguinosissima palla dalla linea della porta, è Gianluigi Buffon che a 40 suona la carica ai compagni.
È Stephan Lichtsteiner e Kwadwo Asamoah che dopo mille battaglie, tante panchine, molte delusioni e sofferenze, tornano a mettersi ogni volta in discussione, come se fosse la prima partita alla Juventus (risultando, spesso e volentieri, anche decisivi, come accaduto questa sera).
È Gonzalo Higuain che, non al top della forma, con un piede dolorante e un’enormità di dubbi insensati affibbiati sulla sua decisività, non smette mai di migliorarsi e di esaltarsi.
Questa è la Juventus, e non può essere una semplice squadra che gioca a pallone. È un concetto. Un concetto magnifico.
Per queste e tante ragioni, la partita di questa sera a Wembley contro il Tottenham sorprende, ma non troppo. Perché il concetto Juventus prepara alle imprese, all’insperato.
Allegri e i suoi ragazzi volano ai quarti di finale di Champions League, dopo aver lottato contro il Tottenham nel tempio di Wembley fino all’ultimo secondo, con sudore, scivolate e falli sporchi.
Come sempre. Come impone il concetto Juventus.
This post was last modified on 8 Marzo 2018 - 12:22