Partiamo subito con una precisazione: cosa avreste fatto al posto di Allegri? Tanti risponderebbero con un bell’ all-in probabilmente, con tutti gli attaccanti dentro e forse alla fine qualcuno la butterà dentro. In questi momenti diventiamo allenatori che neanche Coverciano ha mai visto prima. Allegri invece butta nella mischia un bel gruzzolo di giocatori difensivi (quelli più sani in questo momento) e solo la coppia Mandzukic-Dybala davanti. Il ritorno del famoso 3-5-2, quello che era il modulo di Conte e che il tecnico livornese ha portato avanti per un bel po’ di tempo finché, proprio con la Lazio lo scorso anno, debuttò quel 4-2-3-1 che tutti ci ricordiamo e che non è necessario rivangare più di tanto. Lo scorso anno si giocò a Torino col nuovo modulo, quest’anno a Roma il ritorno al vecchio.
Sicuramente non sarà questa formazione quella che vedremo nel proseguimento della stagione. O almeno così si spera, in quanto non è bello avere fuori i vari Cuadrado, Higuain, Bernardeschi e compagnia bella. In attesa dei loro ritorni però, c’è da stringere i denti in qualche modo. Da qui la scelta di tornare al vecchio, un 3-5-2 che era stato usato l’ultima volta al Franchi nella scorsa stagione: era il 15 gennaio 2017, finì 2-1 per la Fiorentina, una sconfitta che mancava proprio dall’ultima volta che si era giocato con quel modulo, quando a Marassi la Juve crollò per 3-1 contro il Genoa prendendo i gol nella prima mezz’ora e poco più. L’ultima vittoria invece risale al 19 novembre 2016, con il dimenticabile Pescara (purtroppo per i pescaresi) surclassato 3-0.
Oggi il mister bianconero non ha sicuramente pensato a quello che era successo in quelle partite, il suo scopo era di non perdere e di non perdere altri pezzi in attacco. La Lazio era certamente un avversario dannatamente difficile, l’unica ad aver battuto la Juventus ogni volta che l’ha incontrata in questa stagione. Inzaghi sa quando far giocare la squadra in maniera propositiva e quando farla aspettare: ” ‘sta mano po’ essé fero o po’ essé piuma”. ‘Ste squadre invece, hanno pazientato per scatenarsi. Parecchio. Talmente tanto che, in totale, le due squadre hanno totalizzato la bellezza di tre tiri in porta. Ed uno di questi è il tiro allo scadere di Dybala.
La squadra di Max Allegri è rimasta imbrigliata per 90 minuti in casa della Lazio, senza riuscire a combinare quasi niente. Inquietante il fatto che Strakosha non abbia praticamente mai toccato il pallone (salvo quando il succitato tiro di Dybala è entrato dentro): la manovra del centrocampo è stata lenta e snervante, pochi guizzi, pochissime azioni. La pochezza è la parola che potrebbe caratterizzare al meglio la partita dei bianconeri, che devono ringraziare uno spunto di un campione ritrovato come Paulo Dybala. Male Pjanic e Khedira, malissimo Mandzukic che proprio non riesce a giocare come sa.
Il 3-5-2 torna e porta tre punti che necessitano di tapparsi il naso. In una situazione del genere bisogna arrangiarsi con quello che si ha e fare quel che si può. Se arriveranno altre partite come queste, in cui l’olfatto andrà dimenticato in cambio di una vittoria, ci si può ragionare. Ad ogni modo, il ritorno dei vari assenti con un modulo più “Allegro” e meno “Conteo” sarà certamente apprezzato.
This post was last modified on 3 Marzo 2018 - 21:32