Ci sono partite che valgono molto più di tre punti. No, non per l’antica rivalità che lega Fiorentina e Juventus. Quella – con tutto il rispetto – è molto più sentita dai Viola. Ci sono partite che valgono più di tre punti perché certe volte prendono direzioni tortuose e riprendere la strada giusta non è mai facile.
VINCERE AL FRANCHI
Giocare al Franchi non è mai stato facile per la Juventus. Vuoi perché la partita a Firenze è sentita come un derby – anzi, addirittura qualcosa in più – vuoi perché la Fiorentina ha sempre dimostrato di essere un’ottima squadra. I bianconeri negli ultimi 6 anni ne hanno fatto le spese per due volte: nel primo caso fu Pepito Rossi, con la sua tripletta, ad abbattere i bianconeri con un sonoro 4-2; l’anno scorso, invece, ci pensarono Badelj e Kalinic ad affossare la Signora. Da quelle sconfitte la Juve riuscì a ripartire, certo, ma quella è un’altra storia. Anche oggi la Juventus ha però rischiato tanto, frutto di un inizio in sordina ma soprattutto per l’atteggiamento aggressivo di una grande Fiorentina, soprattutto nella fase di mezzo del primo tempo, che ha cercato in tutti i modi di sbloccare la partita in suo favore. Come ha ben detto Allegri però “certe volte bisogna far finire il primo tempo limitando i danni, poi nel secondo inizia un’altra partita”. Detto, fatto. La Juventus ha capito, ad un certo punto della partita, di non dover andare in svantaggio. Sì, possiamo dirlo: la Juventus fino al minuto 45 del primo tempo ha giocato da provinciale. E no, non sempre è un male.
PRAGMATISMO, SOLIDITA’ E CU… EHM, FORTUNA
Pragmatismo, solidità e un po’ di cu… ehm, fortuna hanno permesso alla Juve di andare negli spogliatoi sul risultato di parità. Certo, se quel tiro di Gil Dias si fosse insaccato in rete staremmo parlando adesso di un’altra partita, ma con i “se” e con i “ma” non si fa la storia. Per sbloccarla – e vincerla – serviva oggi l’invenzione del genio, un lampo improvviso. E questa sera, a Firenze, nella sua Firenze, non poteva che essere di Bernardeschi. Punizione procurata, gesto d’intesa con Pjanic: “Fatti da parte Mire, questa la tiro io. E la segno”. Se oggi potessimo pesare le gonadi del 33 della Juventus, sicuramente non basterebbe un quintale per descriverle. La dura legge dell’ex, dopo Roma e Napoli, colpisce anche la Fiorentina e questa la dice lunga sul fatto che la Juve domini in Italia da 7 anni. Niente spocchiosità, però: anche dopo il vantaggio bisognava mantenere un basso profilo. E la triade si ripete: pragmatismo, solidità e un po’ di cu… ehm, BUFFON.
“GIOCA DA PROVINCIALE, VINCI DA GRANDE SQUADRA”
“Vola come una farfalla, pungi come un’ape” disse una volta Cassius Clay, in arte Muhammad Alì. La leggiadria che si fonde con la determinazione, l’onirico che si spezza con una puntura che riporta la realtà. “Gioca da provinciale, vinci da grande squadra”: a distanza di qualche decennio potrebbe dire questo il più grande pugile di tutti i tempi guardando giocare la Juventus. Gli scudetti passano da questi tre punti conquistati e sudati sul campo: per portarli a casa serve talvolta mantenere un basso profilo, avere il coraggio di atteggiarsi da “provinciale”, parola che troppo spesso fa paura e provoca disprezzo. Ecco perché al Franchi la Juve ha saputo vincere, e non solo per meriti tecnici.