Tu sei Bernardeschi, e sei più forte di tutti i fischi

Succede che quando spezzi il cuore alla tua gente è difficile tornare a casa. È difficile scendere in campo come se non fosse successo nulla, essere naturale, fare ciò che ti riesce meglio. Tremano un po’ le gambe quando scendi in mezzo al campo dove sei diventato grande. Stavolta, però, non sei l’eroe: sei l’odiato nemico, quello che ad ogni tocco di palla è un fischio.

SEI BERNARDESCHI

Tu però sei Bernardeschi, e di coraggio ne hai da vendere. Ti accompagna la voglia di dimostrare a tutti che l’amore per una città non può tappare le ali al talento. Le offese, i fischi. Quei tifosi che qualche mese fa ti acclamavano e che ora ti vogliono distruggere ottengono l’effetto contrario. Tu ti carichi. Vuoi dimostrare di essere speciale, e di essere allo stesso tempo umile. Sarebbe stato troppo facile fare l’eroe dove non ti avrebbe mai contestato nessuno. Più difficile è mettersi in gioco, fare la gavetta.

Progressivamente il momento che aspettavi è arrivato: il mister ti sta dando continuità, si fida di te. Non sei più la seconda scelta. Ovviamente le gerarchie non sono ancora state stravolte, ma tu non molli, e quando ti viene data la possibilità dimostri sempre che tra quei colossi non sei capitato per sbaglio. Contro la squadra della tua infanzia ci giochi con la personalità del predestinato, quale sei. Attacchi, difendi, dribbli avversari. Sei cresciuto, tanto: i tifosi avversari lo sanno, lo vedono. E soffrono. Vorrebbero tenerti ancora per loro, pensano a quanto sarebbe stato bello vederti lottare per la maglia che sostengono. E fischiano, sempre di più. Intanto tu, contestualmente, ti carichi.

TRA I BIG NON CI STAI BENE, DI PIÙ

Arriva la punizione, lo specialista è Pjanic ma la posizione è la tua. In fondo capisci che sei fortunato: se ci fosse stato Dybala tu sul punto di battuta non ci saresti mai andato. Però sai anche che la fortuna aiuta gli audaci, che quel posto te lo sei meritato col sudore e che quella punizione l’hai conquistata tutto da solo. Quindi Pjanic si fa da parte. Resta lì, sì, ma in realtà già si è fatto da parte dall’inizio. La palla è la tua, l’occasione per lasciare il segno è ad un passo. Così accade: non provi neanche a scavalcare la barriera, come avrebbe fatto l’altro, il numero 10. Tu tiri a giro sul palo lontano, la specialità della casa. Ed esulti, perché è da ipocriti non farlo. Lo sai che quell’esultanza te la sei meritata. I tuoi ex tifosi capiranno, o forse no… poco importa. L’hai decisa tu la partita. Ci speravi, ma un po’ già lo sapevi.

Sei ritratto come un traditore, ma chi non capisce che meriti di più non merita a sua volta di averti. Perché ecco, vedi, Fede: avrai anche il cuore di pietra, ma tra i big non ci stai bene, di più!

 

Vincenzo Marotta

 

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