Nella partita contro il Chievo Verona la Juventus ha fatto debuttare in campionato la terza divisa, la maglia verde che finora era stata indossata solo nell’amichevole con il Tottenham, guarda caso prossima avversaria in Champions League. Un colore che ricorda il mondo militare, fatto di guerra, azione, rapidità di manovra, rabbia e sangue freddo. Anche spietatezza. In guerra non si può avere pietà del proprio avversario.
Per fortuna il calcio non è una guerra, ma semplicemente un gioco in cui non si ammazza nessuno. Caso vuole però che le doti descritte nel precedente paragrafo vengano ben viste quando sono applicate al campo: azione, rapidità di manovra, un po’ di rabbia (quella agonistica), sangue freddo, e spietatezza. In una partita non si dovrebbe avere pietà dell’avversario.
La Juventus scende col verde militare, ma di militare si respira ben poco: gioco lento e prevedibile, i pericoli procurati non lasciano traccia. La manovra appare stantia, appesantita da chissà quale magnete. Forse la consapevolezza che prima o poi la vittoria arriverà, anche se non si capisce bene come; il frutto della superiorità che la Juventus espone quando scende in campo. Si, però c’è da segnare.
La domanda che mi sorge spontanea è: in parità numerica come sarebbe finita? Fino alla doppia espulsione il Chievo aveva messo giù una partita del tutto onesta, senza sopravvalutare né sottovalutare l’avversario, affrontandolo con dedizione e calma. Con i ritmi blandi degni più di una branda calda che di una partita di pallone, il Chievo respira e gioca come sa, la Juventus rimane assopita. Sturaro ancora una volta dimostra che la fascia proprio non la digerisce, anche Mandzukic sembra che non sia più a suo agio nel “suo” ruolo a sinistra. Serve una doppia espulsione per portare i bianconeri al doppio gol, Khedira e Higuain ristabiliscono ordine e gerarchie, posticipando problemi e aspiranti soluzioni. In 11 contro 11 poteva succedere di tutto, o forse no. Con i se e con i ma ogni mondo è possibile, ma è anche alquanto inutile starci a pensare troppo.
“Sarete un’arma, sarete dispensatori di morte e pregherete per combattere”. Non ancora Sergente Hartman, non ancora.
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